MANTOVA È di nuovo tempo di concerti nella splendida cornice di Piazza Sordello, a seguire il trionfale live dell’ex frontman e bassista dei Police Sting sono i Baustelle, istituzione da ormai più di vent’anni del pop alternativo italico. Ad aprire la seconda serata del Mantova Summer Festival è però il cantautore Andrea Poggio che si presenta sul palco con statuaria eleganza accompagnato da due polistrumentiste per l’occasione dedite principalmente ai sintetizzatori, senza disdegnare frasi di sax e chitarra. L’autore di base a Milano presenta con sorniona simpatia il suo nuovo disco, “Il futuro”, edito lo scorso Maggio da La Tempesta Dischi e secondo lavoro in studio a sua firma dopo la lunga esperienza con i Green Like July e il primo capitolo solista battezzato “Controluce”, uscito ormai sei anni fa. Tra minimali ballate agrodolci e inni synth-pop di battiatesca memoria perfetti per far da sfondo alla stagione estiva e al caldo che attanaglia le province italiane negli ultimi giorni, Poggio accoglie con classe e compostezza d’antan il pubblico virgiliano prima di lasciarlo in compagnia dei protagonisti della serata.
I Baustelle salgono infatti sul palco alle 21.45 e dopo un’introduzione strumentale si dà subito il via alle danze con due dei loro nuovi cavalli di battaglia: “Andiamo ai rave” e “Betabloccanti cimiteriali blues”, entrambi estratti dalla loro ultima fatica discografica, “Elvis”, pubblicato questa primavera per l’etichetta BMG e principale protagonista, con le sue sonorità filo-americane a cavallo tra Rock n’ Roll, Soul e Gospel, di questo omonimo tour. A seguire è uno dei pezzi più celebri e amati del gruppo guidato da Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi a mandare in delirio il pubblico e far saltare le sedute, quella “La guerra è finita”, datata ormai 2005, epoca del loro terzo disco in studio, “La malavita”, che dimostra l’ottimo stato di forma dei musicisti.
Tanti saranno i classici della band originaria di Montepulciano ad essere ballati e cantati a squarciagola dai presenti durante una serata che di certo non risparmia emozioni, data la vocazione epico-melancolica che da sempre caratterizza il trio.
Si passa infatti attraverso hit storiche come “Un romantico a Milano” e l’immancabile “Charlie fa surf” ma anche tra pezzi a presa rapida più recenti come “Veronica n.2”. Non possono essere esclusi naturalmente altri estratti dal loro, già menzionato, lavoro più recente, che nonostante sia di fresca uscita riesce a coinvolgere il pubblico quanto il repertorio passato con canzoni da apllausi a scena aperta quali “La nostra vita”. <
Istrionici e dall’inconfondibile atteggiamento tra il dandy e il bohémien che li contraddistingue nel panorama indipendente italiano fin dallo storico “Sussidiario illustrato della giovinezza” che vide la luce ventitre anni fa, i Baustelle regalano al pubblico di Piazza Sordello (tristemente non foltissimo) una serata da ricordare per energia e sentimenti messi in campo. Dalla loro performance emergono con chiarezza i motivi che li hanno portati ad essere veri e propri punti di riferimento per almeno due generazioni di autori e musicisti del bel paese. Intrattenitori di prim’ordine, cantori della quotidianità e della concretezza delle emozioni e, soprattutto, grandi scrittori d