MANTOVA Ci sono anche due mantovani fra i 13 militanti del Fronte Veneto Skinheads accusati di violenza privata ai quali la procura di Como ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Si tratta di due 30enni di San Benedetto Po e Castel Goffredo che presero parte a un’irruzione nella sede del movimento Como senza Frontiera il 28 novembre 2017, dove si stava svolgendo una riunione in cui si discuteva di migranti. Secondo la procura del capoluogo lariano gli skinhead, “in concorso tra loro, quali militanti del Veneto Fronte Skinheads”, avevano fatto irruzione “senza alcun preavviso (pur avendola pianificata ed organizzata) nei locali del Chiostro Sant’Eufemia” con “fare intimidatorio”. Si erano poi sistemati “alle spalle dei volontari dell’associazione”, pretendendo “silenzio assoluto”. Gli skinheads avevano quindi costretto i volontari “ad ascoltare l’integrale lettura di un comunicato teso a stigmatizzare l’attività dell’Associazione stessa rispetto alla gestione dei migranti giunti a Como e provincia”. Nell’avviso di chiusura delle indagini viene anche contestata l’aggravante di aver commesso il fatto in più persone riunite. Uno degli indagati, residente a Como, avrebbe anche “promosso ed organizzato” il reato “con messaggi di carattere organizzativo, inerenti anche l’abbigliamento da indossare in occasione della irruzione, e logistico”.
Due skin mantovani verso il processo
Ci sono anche due mantovani fra i 13 militanti del Fronte Veneto Skinheads