MANTOVA Il Mantova ha chiuso la prima fase della preparazione estiva: una settimana di lavoro a Veronello e due a San Lorenzo Dorsino, con la disputa di cinque amichevoli (due delle quali di lusso, contro Napoli e Genoa). Mister Possanzini si è detto soddisfatto della crescita della squadra. Non è da meno il dt Christian Botturi. A lui cediamo la parola per un bilancio a 360 gradi.
Il ritiro «In Trentino non c’è mancato niente – afferma Botturi – . Nè a livello di strutture, nè di alimentazione, nè di ospitalità. Abbiamo affrontato questo periodo con la rosa quasi al completo; con 7 acquisti, di cui 6 di proprietà; senza infortuni gravi; e con indicazioni importanti dalle partite».
Le amichevoli «Abbiamo scelto avversarie toste come il Napoli e il Genoa per abituarci a un calcio diverso. È emerso che quando il livello si alza, il minimo errore lo paghi. È successo sia col Napoli che col Genoa: praticamente ci siamo fatti gol da soli. Ma in questa fase preferisco perdere commettendo queste ingenuità che vincere con segnali di presunzione».
L’avvertimento «A proposito delle amichevoli, devo dire che a volte ho visto un eccesso di sicurezza da parte nostra. Ecco, questo dovremo evitarlo. Perchè è facile farlo quando giochi con i dilettanti. Ma quando ci provi con i grandi, poi vieni castigato. Voglio ricordare che quest’anno saremo sempre noi i “piccoli”, quelli che guardano dal basso verso l’alto ogni avversario. Quindi niente cali di concentrazione o atteggiamenti da fenomeni».
Il ruolo della Coppa Italia «È presto per parlare del campionato. Mi piace invece focalizzarmi sulla Coppa, che tra cinque giorni ci vedrà in campo (sabato a Sassari contro la Torres, ndr). Affronteremo la Coppa come la continuazione del periodo di preparazione, con la volontà di crescere in funzione del campionato e di conoscerci. È anche un’occasione per testare nuove soluzioni. Non la prenderemo sottogamba, anzi c’è l’ambizione di passare il turno per metterci alla prova con una squadra di livello superiore (la vincente affronterà il Lecce, ndr)».
Mantovanello «Da oggi ci alleneremo in un centro sportivo che è stato letteralmente ribaltato in un mese e mezzo. Ora è veramente degno di una realtà professionistica: campi nuovi, spogliatoi rifatti con tanto di armadietti specifici per ogni giocatore, spazi relax, uffici specifici per il mister e il sottoscritto, palestra, sala stampa. Grazie a chi da settimane sta lavorando per tutto questo, in primis ad Alessandro Raffa. Ma grazie soprattutto al presidente Filippo Piccoli: è lui che ha voluto tutto questo. Comunque vada, Piccoli ha lasciato un timbro indelebile nella città e nella storia di questa società. Abbiamo un presidente che vuole bene al Mantova. Ora sta alla squadra ripagare sul campo questi sforzi».
Le certezze «I nuovi giocatori si sono inseriti come in un puzzle: a livello tecnico, tattico e umano. L’ha riconosciuto anche Possanzini. L’equilibrio di cui parlavo a Veronello c’è: sento proprio un bel clima, sono contento. Dirò di più: rispetto all’anno scorso assaporo una consapevolezza diversa. Un anno fa, di questi tempi, eravamo un colore sfumato. Quest’anno i colori sono belli chiari: bianco e rosso. C’è un’appartenenza forte, siamo noi. E questa è un’altra certezza da sfruttare».
Il punto di forza «Abbiamo un’impronta di gioco chiara e nitida. Ce l’hanno riconosciuto anche i dirigenti di Napoli e Genoa, invitandoci ad insistere su questa strada. Guai a snaturarci. Quello che un’estate fa esprimevamo a fatica, quest’anno ci riesce a memoria. Lo stesso Possanzini non ha dovuto insistere troppo su certi concetti, perchè sono già insiti nel gruppo. Il salto da fare semmai, come dicevo prima, è a livello mentale, di concentrazione. Perchè il livello delle avversarie si è alzato e noi dovremo adeguarci».
La sfida ai tifosi «Vogliamo mettere un obiettivo? Mettiamolo. Proviamo a battere il record di abbonamenti dell’ultima Serie B (6.210 nella stagione 2007-08, ndr). Sarebbe un segnale importante da inviare a Piccoli, per ripagare gli sforzi che sta compiendo a livello economico. “Sento un Brivido”, si chiama la campagna abbonamenti: è facile sentirlo quando si vince. Però mi piacerebbe che quel brivido si mantenesse per tutta la stagione, soprattutto nei momenti delicati che verranno. Mai come quest’anno avremo bisogno di entusiasmo e compattezza. Da noi stessi e da chi ci sta intorno».