MANTOVA Il pescatore di De Andrè “aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”. Il “pescatore” (così viene soprannominato) Leonardo Mancuso, invece, da domenica sera il sorriso ce l’ha bello ampio stampato in faccia. Merito del suo primo gol con la maglia del Mantova. Non una rete qualsiasi: segnata sotto la Te, al 93’, decisiva per la vittoria dei biancorossi contro il Cittadella. E venuta da colui che finora aveva incontrato maggiori difficoltà di inserimento nel collaudatissimo gioco di Possanzini. Ma Mancuso, classe 1992 e otto campionati di B alle spalle, ha esperienza da vendere per gestire i momenti più brillanti e quelli meno.
Leonardo, cos’è rimasto di quel gol?
«Tanta gioia. Lo cercavo, anche perchè un attaccante è chiamato a segnare. Il fatto che sia venuto in casa, sotto la curva e che abbia portato i tre punti lo ha reso ancora più appagante».
Nella classifica dei tuoi (tanti) gol, che posizione occupa?
«Sicuramente alta: il primo con una nuova maglia ha un sapore speciale. Poi dico sempre che, per farne tanti, bisogna partire dal primo».
L’hai dedicato a qualcuno in particolare?
«Diciamo a tutto l’ambiente: la società, i tifosi e i miei compagni che mi hanno accolto stupendamente fin dal primo giorno. Erano felicissimi per me».
La palla è passata sotto le gambe di un avversario: anche la fortuna ha il suo peso…
«Quella ci vuole sempre, però il mio è stato un gol voluto. Quando ho caricato il tiro ho visto le gambe che si aprivano e ho voluto farla passare proprio lì. È andata bene».
Questa rete può rappresentare una svolta per la tua stagione?
«In realtà il mio modo di approcciarmi alle partite e agli allenamenti è sempre quello. Cerco di farmi trovare pronto e di dare il mio contributo. Io qui mi sono inserito subito molto bene, questo è un gruppo che l’anno scorso ha fatto qualcosa di clamoroso. Poi è chiaro che c’è sempre da lavorare per migliorarsi. E che più tempo passa, più ci si conosce».
Che impatto hai avuto con il gioco di Possanzini?
«Sono arrivato a Mantova “vuoto”. Nel senso che ho messo da parte le mie conoscenze per imparare qualcosa di nuovo. In primis perchè ero curioso; e poi perchè penso sia il modo migliore per inserirsi in un ambiente nuovo».
Mensah può essere il tuo partner ideale in attacco?
«Abbiamo caratteristiche diverse, quindi ci completiamo».
Col Cittadella ti abbiamo visto in un ruolo diverso…
«Nella mia carriera ho ricoperto tanti ruoli in attacco: prima punta, seconda punta, esterno… Poi è logico che, essendo un attaccante, mi piace stare il più possibile vicino alla porta. Però mi trovo bene in tutte le posizioni».
Il Mantova ha già segnato tre gol nei minuti di recupero: cosa significa?
«Che il campionato è molto equilibrato. E le partite restano aperte fino all’ultimo secondo».
Ora c’è da sfatare il mal di trasferta…
«Secondo me è un falso problema. Nel senso che tre trasferte sono poche per trarre bilanci. Comunque domenica a Cesena proveremo a vincere. Ci aspetta una bella partita in una bella cornice di pubblico».
Hai capito dove può arrivare questo Mantova?
«Credo che ci possiamo divertire e fare un bel campionato. Non dico di più perchè è troppo presto. In questo momento dobbiamo rimanere concentrati sul “qui e ora”.
Chiudiamo con la domanda più banale: quanti gol prometti di segnare?
«Ah beh, su questa non c’è risposta (sorride). Spero tanti».