Viadana L’identità del Rugby Viadana presuppone grande spirito di sacrificio, che non si traduce solamente in una questione fisica e di quantità, ma anche di disponibilità nel ricoprire ruoli che possano pure differire e scostarsi dall’indole di giocatore costruita negli anni. Come Boschetti che nasce flanker e lo abbiamo visto partire anche in seconda linea, ma non è il solo. «Sì, lui nasce terza ala mentre io sono un numero 8 – ci spiega Marcello Catalano -, ma nel momento della necessità ruotiamo e copriamo anche quel ruolo e, va detto, è una delle cose su cui stiamo lavorando maggiormente per competere e per crescere individualmente nel contesto gruppo». In effetti migliorare rispetto a una stagione in cui è stata vinta la regular season e si è arrivati in finale significa cercare il pelo nell’uovo. «Invece – aggiunge l’avanti giallonero – abbiamo focalizzato fin da subito gli aspetti su cui concentrarci maggiormente, come la mischia. E poi c’è il fattore corsa: siamo una squadra che percorre molta strada in campo e questo lo devi allenare duramente. Di questo poker iniziale, qual è stata la migliore partita? Credo che la vittoria con Vicenza sia quella in cui abbiamo rispettato meglio il piano di gioco, mentre con i Lyons non è stato facile. Abbiamo fatto un po’ di confusione nel primo tempo, poi abbiamo ritrovato maggiore quadratura e ci siamo ripresi. Aggiungo – continua Catalano – che le altre squadre ci stanno studiando molto visti i primi risultati perciò, soprattutto in touche, siamo sempre alla ricerca di soluzioni differenti».
Catalano è un atleta piemontese nato a Ivrea e cresciuto nel Biella, ma da tre stagioni è un leone giallonero. «Conoscevo il Viadana di fama, ma purtroppo non ho potuto iniziare subito come avrei voluto perché il primo anno sono stato fermato da un infortunio. Vedo un club strutturato, ad esempio la doppia squadra è molto importante – aggiunge pizzicato sull’argomento – i giovani trovano spazio e minutaggio senza andare in categorie inferiori o rimanere troppo tempo nel settore giovanile e arrivano prima pronti per giocare e dare il cambio a chi gioca con maggiore continuità».
Quale valore aggiunto porta il tecnico Gilberto Pavan? «E’ un allenatore giovane – risponde il 23enne – quindi ha un modo di rapportarsi a noi differente, però ha anche grande carisma e competenza e ci porta a proporre un gioco molto divertente». Infine, su chi sia, diversamente da Viadana, la squadra più forte, Marcello non ha dubbi: «Il Petrarca sarà la squadra da battere, anche se molte formazioni si sono attrezzate per competere».
Ale Soragna