Sovraffollamento carceri: a Mantova +162% di detenuti

MANTOVA   C’è un posto a Mantova dove c’è sempre più del tutto esaurito a prescindere dal periodo dell’anno: è la casa circondariale di via Poma. Secondo gli ultimi dati, aggiornati allo scorso 12 dicembre, in via Poma sono presenti 152 detenuti nonostante i posti disponibili siano 94, per un tasso di affollamento del 162%. A riportare questi dati è l’associazione Luca Coscioni, con numeri che tracciano una situazione a dir poco esplosiva nelle carceri italiane. “Al 9 dicembre 2024 in Italia sono 62.283 le persone detenute a fronte di una capienza ufficiale di 51.165 posti – scrive l’associazione -. Di questi, però, 4.478 posti non sono disponibili. Il tasso di affollamento è quindi del 133,405%. Durante l’estate era poco sotto il 130%”. A preoccupare l’associazione è in particolare la condizione igienico-sanitaria dei detenuti, e a tale proposito sono state interpellate le Asl e Ats per cedere le loro relazioni sulle visite fatte nella carceri e case circondariali di competenza. Meno della metà delle aziende sanitarie ha risposto, fanno sapere dall’associazione Luca Coscioni. Nell’attesa sono stati forniti i dati delle carceri lombarde. Il tasso di affollamento regionale è del 168,53%, ed è di fatto ben superiore a quello nazionale. Media nazionale al di sopra della quale è anche la casa circondariale di Mantova, che con il suo 162% di sovraffollamento è comunque di poco al di sotto di quella della Lombardia. Andando a vedere nel dettaglio, i posti disponibili in via Poma sono 94 su 97 regolamentari, mentre i detenuti attuali sono 152. Considerando che le stanze disponibili sono 53, attualmente in ogni stanza ci sono di media poco meno di tre detenuti (2,87). Situazione in pareggio per quel che riguarda il numero di agenti di Polizia penitenziaria: 72 effettivi su altrettanti previsti, mentre il personale amministrativo è in sofferenza, con 11 effettivi su 18 previsti. La situazione più grave è quella delle docce: in via Poma ce ne sono in tutto 5 per i 152 detenuti presenti, vale a dire una doccia ogni 30,4 di loro. “Il sovraffollamento crea condizioni invivibili – si legge nel reporto dell’associazione – per questi motivi nel 2013 la Corte europea dei diritti umani ha adottato una sentenza, nota come Torreggiani che ricorda che la disponibilità di uno spazio inferiore ai tre metri quadri è ritenuta di per sé sufficiente ad integrare un trattamento inumano e degradante, altrimenti noto come tortura”. In Italia, Mantova compresa, gli spazi si stanno facendo sempre più stretti.

Tosoni (Camere Penali): da noi carcere vivibile grazie all’impegno di chi ci opera

“Mantova è un’isola felice dal punto di vista delle carceri” commenta con tono ironico l’avvocato Sebastiano Tosoni, presidente delle Camere Penali di Mantova. L’associazione ha promosso diverse iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione carceraria in Italia, da ultima la maratona oratoria della scorsa estate. L’isola felice di via Poma è “vecchia, sovraffollata e con gravi problemi strutturali con persone che si danno da fare per sopperire a queste carenze”. Queste persone, spiega Tosoni, sono gli operatori e gli educatori oltre alla direttrice della casa circondariale. “Il vero problema – aggiunge l’avvocato Tosoni – è legislativo, un sistema che riempie le carceri di persone per reati che potrebbero benissimo prevedere misure di custodia alternative. A fronte di ciò a Mantova c’è chi cerca di fare funzionare le cose, ma non c’è solo Mantova, e se quest’anno 90 persone si sono suicidate in cella ci sono dei motivi precisi, e oltre a questi 90 ci sono quelli che ci hanno provato”.