Diffamazione e stalking via social, Lorena Buzzago ai domiciliari

MANTOVA  Il procedimento penale era arrivato fino al terzo grado di giudizio, con relativa sentenza quindi definitiva, già nel marzo del 2022. Un verdetto, quello ascritto a carico di Lorena Buzzago, poi a stretto giro finita nell’occhio del ciclone per la pubblicazione clandestina del libro “50 e più… sfumature di giallo”, che aveva dunque visto confermati i due anni di reclusione, senza il beneficio della sospensione condizionale della pena, a lei comminati in primo grado per atti persecutori e diffamatori perpetrati via social network ai danni del sindaco di Mantova Mattia Palazzi e del consigliere comunale Pierluigi Baschieri.
In siffatta circostanza infatti, la Corte di Cassazione, giudicando inammissibile il ricorso presentato a suo tempo dal primo difensore dell’ex maestra comunale, l’avvocato Rachele Cerbiatto del Foro di Genova, ma con impugnazione avanzata però solo sulla mera riforma del trattamento sanzionatorio e non invece su questioni di merito, aveva così avallato quanto deciso con rito abbreviato nel luglio del 2019 dal giudice per l’udienza preliminare Beatrice Bergamasco. Circa tale precipua vicenda, stante il passaggio in giudicato del dispositivo, il tribunale di Sorveglianza di Brescia ha quindi emesso nei giorni scorsi a carico della donna un ordine di detenzione domiciliare stante un residuo di pena ancora da scontarsi di un anno, dieci mesi e 14 giorni di reclusione (dopo gli undici giorni trascorsi inizialmente in carcere e un’altra trentina agli arresti domiciliari).
Provvedimento di espiazione della pena, solo per quanto concerne il regime cautelare indicato, già invero impugnato dall’attuale legale della 55enne, l’avvocato Beatrice Lombardo, che per la propria assistita punta ora alla commutazione della misura domiciliare con lavori di pubblica utilità. Un lungo e variegato iter giudiziario, quello a carico di Lorena Buzzago, istruito su più fronti e ancora oggi non del tutto concluso. Per quanto infatti attiene il novero delle contestazioni afferenti il cosiddetto “libro giallo”, in materia di stalking, calunnia e diffamazione a mezzo stampa, queste, dopo un rimpallo di sedi per questioni di incompetenza territoriale – tra Mantova, Trento e Venezia – vedranno ora l’epilogo innanzi al Tribunale del capoluogo lagunare con la discussione del giudizio, sempre in abbreviato, che al momento vede però unica parte civile costituita il solo primo cittadino virgiliano. Questo, benché stante una pluralità di persone offese, a fronte dello smarrimento dei relativi fascicoli. In siffatto frangente inoltre, chiamata a difendersi sarà anche un’altra imputata, in quanto accusata di aver concorso alla diffamazione pubblicando dei post sul proprio profilo Facebook tramite cui, per certi versi, avrebbe promosso la diffusione del libro, pubblicato e distribuito senza autorizzazione e quindi sequestrato dalla Digos.