MANTOVA Cinque anni e mezzo di reclusione e 10mila euro alla parte civile. Questa la sentenza emessa ieri dai giudici del collegio del tribunale di Mantova nei confronti di un 56enne di origini albanesi residente in provincia accusato di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale nei confronti della ex moglie. Una vicenda da “codice rosso” rievocata a suo tempo in aula dalla stessa persona offesa, costituitasi parte civile al processo con l’avvocato Giovanna Accorsi. L’uomo sarebbe stato vittima di una irrefrenabile e, a quanto pare, immotivata gelosia nei confronti della moglie. I fatti, che risalgono risalgono al biennio 2021-2022 quando la presunta vittima, esasperata dalle reiterate vessazioni del marito, si era alla fine convinta a denunciarlo, sono stati raccontati nei particolari durante le scorse udienze sia dalla ex moglie che dalla figlia della coppia, all’epoca minorenne. «A un certo punto della nostra relazione – aveva raccontato la donna – i soprusi erano all’ordine del giorno. Credeva che avessi un altro e così si arrabbiava per ogni cosa e ben presto dalle parole, offese ma anche minacce di morte, era passato alle vie di fatto con schiaffi e percosse varie come l’afferrarmi per il collo e stringere con forza. Una volta mi aveva messo la faccia dentro la ciotola del cibo. In un’altra occasione era invece intervenuta in mia difesa nostra figlia e lui se l’è presa anche con lei, così avevamo chiamato i carabinieri». A fine 2022 era quindi arrivata la decisione di abbandonare l’abitazione coniugale trovando rifugio insieme alla prole, in una struttura protetta. «Prima della separazione – aveva raccontato ancora l’ex moglie – avevo messo da parte 40mila euro per ogni evenienza; soldi che sono spariti dal mio conto». L’uomo era accusato anche di avere costretto la moglie ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà e proprio quest’ultima accusa è stata considerata quella prevalente per la pena finale inflitta. Il Pm Paola Reggiani ieri ha chiesto 6 anni di reclusione, mentre la richiesta di risarcimento della parte civile è stata di 40mila euro. L’avvocato Fabrizio Vappina, difensore del 56enne ha invece chiesto l’assoluzione e in subordine il minimo della pena. Motivazioni della sentenza entro 90 giorni; più che scontato il ricorso in appello della difesa.






































