Ciclismo – Affini: “Il primo Tour non si scorda mai. Ora mi fermo e mi alleno… da papà”

MANTOVA Il campione mantovano Edoardo Affini ha appena concluso la sua prima avventura al Tour de France. Per il portacolori della Visma Lease a Bike si è trattato di un debutto prestigioso, impreziosito da un brillante terzo posto nella cronometro inaugurale e tanto lavoro di squadra nei giorni successivi.
Edoardo, come giudichi questa tua prima partecipazione al Tour?
«Non posso che considerarla più che positiva. Era un obiettivo personale riuscire a portare nel mio bagaglio un’esperienza così importante. Credo di aver dato il mio contributo ogni giorno, sia dal punto di vista delle prestazioni che del supporto ai miei capitani».
Un’esperienza utile anche per crescere a livello tecnico?
«Assolutamente sì. È stato un passo avanti importante nella mia carriera. Mi sono messo al servizio della squadra. Peccato per Jonas Vingegaard, che ha dovuto affrontare due giornate complicate e ha chiuso al secondo posto della classifica generale. Ma da anni ormai è lui a giocarsi il Tour con Pogacar. Purtroppo giornate no possono capitare. Io ho cercato di fare tutto il possibile per supportare sia Jonas che Wout (Van Aert, vittorioso a Parigi; ndr), proteggendoli e aiutandoli a centrare i rispettivi obiettivi».
Torniamo a quel terzo posto nella prima cronometro. Soddisfatto?
«Decisamente sì. Ho chiuso dietro a due fenomeni come Remco Evenepoel e Tadej Pogacar, quindi c’è solo da essere contenti. Il distacco di 30 secondi dal belga, campione del mondo e olimpico, tutto sommato è contenuto. Ho avuto buone sensazioni e sono riuscito a esprimere il meglio in una tappa molto veloce. Va detto che l’edizione 2025 è stata la più rapida di sempre: la media finale è stata di 43 km/h, un dato incredibile».
Hai corso sia il Giro d’Italia che il Tour: un’annata durissima?
«Sì, è stata una stagione molto intensa. Ho già accumulato 56 giorni di gara: dalle classiche del Nord ai due grandi giri. Un percorso impegnativo che quest’anno abbiamo fatto solo io e Van Aert. Ora ho bisogno di fermarmi un attimo per recuperare».
Hai già deciso come proseguirà la tua stagione?
«Per ora no. La priorità è rifiatare: da febbraio non ho mai staccato veramente. A fine agosto o settembre conto di riprendere».
E con la Nazionale?
«Ho già comunicato al Ct Marco Villa che non sarò disponibile per il Mondiale in Ruanda, a fine settembre, visto che il percorso non è adatto alle mie caratteristiche. Nemmeno l’Europeo rientra nei miei piani, anche per una questione di calendario. A ottobre vorrei infatti fermarmi per un motivo speciale: sarò papà, e voglio stare accanto alla mia compagna in quel momento unico».