MANTOVA Il transito di un debole fronte ha allentato da sabato la morsa dell’alta pressione. Ne ha un pò giovato la qualità dell’aria, leggermente migliorata da ieri in tutta l’area padana anche se i livelli delle polveri sottili permangono poco al di sopra dei valori limite di 50 microgrammi. Più in particolare, quella di ieri è stata la sesta giornata consecutiva «fuori legge», la nona di un gennaio fino ad ora tra i peggiori, in termini di qualità dell’aria, degli ultimi vent’anni. Le polveri Pm10 non sono su livelli record ma si mantengono in città fra i 60 e i 90 microgrammi per metro cubo. Sotto questo profilo le prospettive non sono incoraggianti. Già ieri la crepa nello scudo dell’anticiclone è stata rapidamente ricomposta e tutto è tornato come prima. L’anticiclone ha ripreso possesso dell’area mediterranea e così sarà per tutta la settimana. Fino a venerdì il tempo riserverà quindi giornate prevalentemente soleggiate ma con un certo ritorno della nebbia, già oggi presente fino alle porte della città. Da domani potrebbe insistere anche nelle ore centrali, limitando così la risalita delle temperature, previste in calo rispetto ai giorni scorsi con gelate nelle ore notturne (minime di -3°). Scontato, quindi, un nuovo assedio dello smog almeno fino a sabato prossimo, quando è atteso un cambiamento in realtà non così certo. Nel resto della Lombardia – dell’area padana in generale – le cose non vanno meglio, con i veicoli diesel Euro 4 fermi in tutta la regione; Milano rimane il capoluogo con la qualità dell’aria peggiore. La situazione potrebbe cambiare attorno alla fine della prossima settimana. Solo allora la corrente a getto mollerà la presa permettendo alle correnti occidentali una maggiore ondulazione. In questo modo l’aria fredda del Nord Europa potrebbe crearsi un varco verso sud permettendo la formazione saccature e quindi il ritorno della pioggia e del vento. Non è da escludere una seconda ipotesi: se l’anticiclone si spostasse verso il nord dell’Europa potrebbero affluire sull’Italia correnti fredde di origine artica se non continentale, con prospettive più gelide nella terza decade del mese. In entrambi i casi tali correnti avrebbero comunque il merito di rimescolare gli strati d’aria che sovrastano senza tregua la regione padana. Al momento in gennaio non è caduta una sola goccia di pioggia (e non ne cadrà certo a breve). Di fatto le ultime precipitazioni risalgono allo scorso 22 dicembre, ma sulla scorta delle previsioni disponibili nulla cambierà almeno fino al 20/22 del mese.
Alessandro Azzoni