Calcio dilettanti – Che ne sarà di questa stagione? Gli scenari

MANTOVA Cancelli chiusi, ovunque, fino al 3 aprile. E la sensazione, fondata, che non sia finita qui. In questo limbo di quarantena, con la stragrande maggioranza degli italiani chiusi in casa per decreto, ipotizzare una ripresa dei campionati appare davvero difficile. Perchè le partite da recuperare sono troppe, le settimane di inattività incominciano a pesare sul fisico e sul ritmo partita (ormai perso) degli atleti. Che fare, insomma? Dai vertici federali arrivano solo timide aperture alla possibilità di chiudere anzitempo la stagione. Ma è altrettanto difficile pensare, a questo punto, anche se fosse possibile tornare alla normalità in tempi brevi, che ci sia tempo materiale per recuperare qualcosa come nove turni. Ragionevolmente, anche se l’emergenza finisse per metà aprile, prima di maggio non si tornerebbe in campo. Quali sono dunque gli scenari che si aprono? In Serie D, per non aprire contenziosi che si trascinerebbero all’infinito, l’intenzione è quella di concludere il campionato (ammesso che sia possibile), a costo di andare a fine giugno o addirittura inizio luglio. Discorso diverso dall’Eccellenza in giù, anche se certezze in questo momento non ce ne sono. Ecco le possibili soluzioni per quanto riguarda il panorama che ci interessa.
 Annullamento dei risultati – Nessuna promozione, nessuna retrocessione, si riparte con gli stessi organici dal prossimo settembre. Ipotesi che però scontenterebbe molte società, salvando al contempo le ultime della classe, e potrebbe scoraggiare le compagini con i budget più alti a rilanciare l’impegno nell’anno successivo, che sicuramente vedrà una diminuzione generalizzata degli sponsor. Altro aspetto da non sottovalutare.
Convalida dei risultati ottenuti –   In questo caso verrebbe tenuta buona la classifica dell’ultima giornata giocata per intero, promuovendo direttamente le prime in classifica e retrocedendo le ultime due o tre classificate, a seconda dei tornei. Questo tipo di soluzione permetterebbe di salvaguardare gli investimenti fatti e in ogni caso il buon lavoro delle società battistrada. Ma potrebbe scatenare, nei mesi successivi, anche una valanga di proteste da parte delle retrocesse, che potrebbero presentare decine di ricorsi alla giustizia sportiva. Le più penalizzate potrebbero, a loro buon diritto, osservare di non aver potuto lottare fino in fondo per mantenere la categoria. Una decisione del genere, insomma, finirebbe per rallentare l’inizio della stagione 2020/2021, che non nascerebbe di sicuro sotto i migliori auspici: sarebbe il caos.
 Blocco solo delle retrocessioni – In questo caso salirebbero di categoria soltanto le prime in classifica, che verrebbero aggiunte, dalla D in poi, anche in sovrannumero se fosse necessario. Contestualmente verrebbero bloccate le retrocessioni. Vista l’assenza dei play off, ma una graduatoria di ripescaggio per colmare eventuali carenze d’organico nelle categorie. Potrebbe essere un compromesso accettabile e praticabile, per non scontentare nessuna delle parti in causa. E, data l’emergenza imprevista e mai verificatasi nella storia del calcio italiano, potrebbe essere la strada più percorribile nel dilettantismo.
 Ripartono i campionati – Eventualità improbabile, ma che va comunque tenuta in considerazione: difficile che si recuperi a ritmo serrato, ma c’è disponibilità da parte dei vertici federali per allungare i tornei fino a fine giugno. Come è noto, infatti, la stagione deve chiudersi da regolamento entro il 30 giugno ma, dato che in queste settimane tutto si è fermato, una deroga è praticamente scontata. La soluzione, come dicevamo, è praticabile forse in D, dove la struttura è di fatto semiprofessionistica. Difficile nei livelli inferiori, dove ci si troverebbe l’opposizione di moltissime società. In Lombardia, poi, l’emergenza sanitaria potrebbe prolungarsi nel tempo, suggerendo una maggior prudenza. Inoltre si ripartirebbe sicuramente a porte chiuse, e in molti hanno già fatto sapere che non converrebbe a nessuno, a livello economico, una ripresa che allungasse l’attività di due mesi, senza peraltro nemmeno contare sugli incassi del botteghino, voce d’entrata non fondamentale ma sicuramente preziosa per ogni sodalizio. Anzi, le società delle categorie minori spingono per una chiusura anticipata delle ostilità per potersi concentrare sulla riorganizzazione prossima futura, risparmiando qualche soldo dal budget di questa stagione sportiva.