Abusi su una minore, nipote accusa lo zio

Mantova Si sarebbe confidata con una coetanea, forse non valutando che l’amica avrebbe potuto riferire alla propria madre quanto appena appreso e, da lì a stretto giro in una sorta di “catena di Sant’Antonio”, arrivare fino all’orecchio dei suoi stessi genitori. Una rivelazione decisamente delicata afferente circa ripetuti, presunti, abusi da lei subiti in ambito familiare e quindi sfociati in una denuncia penale per violenza sessuale su minore ai danni di un proprio zio. Fatti, ancora tutti da provare e per questo trincerati dietro il più stretto riserbo, che risalirebbero allo scorso anno quando, la presunta vittima – una ragazzina straniera all’epoca di soli 13 anni e residente nel capoluogo virgiliano – sarebbe stata molestata sessualmente a più riprese dal proprio congiunto. Una trentina, segnatamente come riportato nella querela, le volte che la giovane sarebbe stata costretta a patire le morbose attenzioni del parente. Una vicenda ancora in fase di indagini preliminari e approdata ieri per la prima volta innanzi al Gip Giacomo Forte. Presente anche l’accusato che dal canto suo ricusa ogni addebito sostenendo al contrario come in realtà si sarebbe solo preso cura della nipote una volta andato a vivere a casa sua per preservarla da determinate frequentazioni e compagnie, a detta sua, poco raccomandabili. Per la difesa dell’uomo la prima mossa è stata dunque quella di richiedere, in sede d’incidente probatorio, l’audizione protetta sia dell’accusatrice che dell’amica al fine di appurarne, a carico di entrambe, l’attendibilità processuale a testimoniare. A quanto risulta inoltre, le due minorenni a un certo punto avrebbero pure litigato, mettendosi reciprocamente le mani addosso e incrinando così la loro amicizia. Anche su tale circostanza dovranno ora rendere conto al giudice per valutare in merito al rinvio a giudizio o meno dell’indagato.