MANTOVA Era quello che si potrebbe definire un “Bastian contrario”, nel senso che forse ebbe più motivi di contrasto fra i suoi stessi correligionari che non con la vera controparte politica, ma in questo consisteva anche la sua simpatia, che nasceva proprio dalla sua “antipatia” di principio. Maggiorino Spezia era ciò che si può definire la voce critica della sinistra per eccellenza, e che ha incarnato l’eterna frantumazione della sinistra stessa. E diciamo “sinistra”, non “centrosinistra”, che per lui bertinottianamente aveva comunque un “centro” di troppo.
Spezia si è spento ieri a 69 anni lasciando un senso di sgomento anche nei suoi storici avversari politici. Il suo retroterra parte dalle fila di Democrazia proletaria negli anni ’70, e approda anche negli ambiti istituzionali, dove occupò il ruolo di consigliere provinciale, prima durante la giunta Chiaventi poi di quella Boni (1993-1997). Ma non sotto l’egida di Rifondazione comunista, che lo aveva eletto, bensì degli autoconvocati “Comunisti italiani” (assieme a Franco Reggiani) che si staccarono dalla casa madre sino a fondarsi in circolo “Bruno Cavalletto” di via Tezze.
Nel contempo Spezia portò avanti le proprie battaglie ambientaliste, anche dal versante professionale all’Asl (ha lavorato 40 anni nella Medicina del lavoro di Suzzara), diventando uno dei protagonisti dell’opposizione al piano rifiuti dell’assessore Natalino Affini, così come lo era stato verso la discarica di Monzambano, che portò alla vicenda dello “scandalo Cime”.
Nel giorno del dolore, i colleghi lo hanno ricordato sottolineando i suoi talenti umani e professionali: «Con Maggiorino abbiamo condiviso la maggior parte della nostra esperienza professionale e non solo. Era un tecnico della prevenzione molto impegnato, lavorava con entusiasmo e competenza, pieno di ideali ma sempre concreto e preciso, di umiltà unica. Ci credeva e riscuoteva il rispetto di tutti. Siamo orgogliosi di essere stati suoi colleghi. La sua scomparsa ha colpito tutti e conserveremo un ricordo bellissimo di lui. Grazie Maggiorino per il servizio reso alla collettività, in particolare ai lavoratori, attraverso il tuo lavoro, svolto sempre con entusiasmo e umiltà» conclude la nota triste.