Corneliani, un Natale col fiato sospeso e 4 giorni di sciopero annunciati dai sindacati

MANTOVA È stato di agitazione e sciopero. Un pacchetto di 32 ore, probabilmente da spendersi a singhiozzo come nel novembre dello scorso anno, per affrontare un braccio di ferro con i vertici Corneliani, dei quali, a detta dei sindacati uniti, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, sfuggono i connotati. Ancora ieri in Mise era impegnato in un tavolo romano con la proprietà per cercare di individuare se esistano i presupposti per dare corso agli accordi siglati in Prefettura il 21 luglio. Accordi che avrebbero portato lo stesso ministero nella compagine societaria con una dote di 10 milioni.
L’azienda dal canto suo ha sinora eluso le perorazioni dei sindacati. Ha assicurato in sede di ritiro del concordato in bianco l’ingresso di tre nuovi soci (Giglio Group, Berg e Pillarstone), ma ad oggi l’azienda sta andando avanti con gli ordinativi confidando solo sui capitali in cassa dall’aprile scorso, oltre che con gli ordini della produzione invernale e primavera-estate 2021. Nulla più.
Nella nota congiunta i sindacati, interpretando anche la posizione delle Rsu, asseriscono di avere richiesto all’azienda di inoltrare al tribunale «entro lo scorso venerdì», un’istanza per richiedere il rinvio di 90 giorni per la scadenza del deposito del piano concordatario. «Non avendo ancora ricevuto risposte esaurienti e preoccupati da un ulteriore disimpegno da parte dell’attuale proprietà riguardo a nuovi investimenti torniamo alla mobilitazione generale delle maestranze». Da qui la richiesta al Mise, datata al 20 novembre, di un nuovo tavolo.
La situazione insomma è critica. Il problema che questa estate pareva avere trovato una soluzione con il tavolo del Mise eccezionalmente in trasferta a Mantova, potrebbe lasciar presagire segnali gravi già dal prossimo febbraio. Da qui la dura presa di posizione dei sindacati: «Se poi bisognerà inchiodare la proprietà alle proprie responsabilità lo faremo con la durezza e l’energia che, almeno da parte nostra, abbiamo sempre dimostrato», commenta  Michele Orezzi, segretario Filctem.