MANTOVA Mantova Il chiostro di SanSebastiano accoglie l’amatissima scrittrice messicana Guadalupe Nettel, intervistata da Elisabetta Bucciarelli. L’ultimo romanzo della Nettel La vita altrove è una raccolta di racconti, genere molto amato dalla tradizione latino-americana da cui proveniente, ma molto difficile da essere pubblicato. Gli editori preferiscono i lunghi romanzi, i racconti sono difficili da vendere. Tuttavia, l’autrice messicana insieme ad altri suoi conterranei, sta cercando in tutti i modi di portare avanti questa tradizione. I personaggi di cui racconta sono accomunati dall’essere scappati da una situazione ormai predefinita, persone che hanno voluto dare una svolta al proprio destino, assecondando il loro carattere più profondo. Sono degli outsider, degli emarginati, che noi lettori sentiamo come estranei in un primo momento, ma approfondendone la conoscenza, capiamo come non sono poi così lontani da noi.
Questo libro è la summa di tutti gli argomenti cari alla scrittrice. Non per ultimo il tema della “madre perfetta”, che, a quanto pare, non sembra esistere. La figura della madre e, più in generale, della donna ha subito un brusco cambiamento con l’avvento della rivoluzione industriale, relegandola alla vita domestica e alla solitudine. La vera sfida, secondo Nettel, è quella di ritrovare la collettività dell’essere madre e donna, così da poter cambiare un mondo sempre più ostile alla figura femminile. Ci esorta ad ispirarci agli alberi, infatti recenti scoperte di biologi, hanno messo in luce l’esistenza di una sorta di comunità sotterranea, in cui tutti gli arbusti della terra sembrano parlarsi e aiutarsi a vicenda. Dobbiamo abbandonare l’individualismo a cui ci stiamo sempre più conformando, stiamo perdendo quel qualcosa di fondamentale, che ci permetterebbe di vivere una vita appagante e felice. Nettel sostiene che dobbiamo essere alla continua ricerca di miglioramento, solo così otterremo un miglioramento che coinvolgerà il mondo intero.
Chiara Taffurelli