MANTOVA Forza Italia a Mantova ha un nome e un cognome, da un punto di vista anagrafico. Si chiama Gianni Rottichieri. A lui fu dato incarico di organizzare il partito subito dopo la dichiarazione ufficiale di Berlusconi con cui annunciava la volontà di scendere in campo.
«Non ho mai avuto occasione di conoscerlo personalmente, ma ho conosciuto molti dei suoi, da Tajani a Biondi, dalla Parenti ad Antonio Martino che era rimasto per me un punto di riferimento, e ho mantenuto con lui rapporti sino pochissimo tempo prima che se ne andasse».
Rottichieri però c’era alla prima convention: «Fu al PalaEur nel febbraio del ’94, e ho rivisto anche oggi in un tg con commozione quei momenti particolari che hanno lasciato un segno. Berlusconi era davvero grande nel trasmettere la voglia di cambiare. Era un motivatore formidabile. Ci avevo creduto in quel momento. Poi Forza Italia ha perso un po’ le sue caratteristiche fondanti, ma lui è rimasto un uomo straordinario di statura formidabile. Diverso e superiore».
A chiamarlo nel partito fu Marco Seniga, ricorda Rottichieri: «I primi contatti risalgono al settembre ’93. Seniga era incaricato di formare la struttura operativa della Lombardia. Veniva da Publitalia. Lì mi è stata proposta la candidatura del collegio 11 della bassa, poi la proposta è rientrata di comune accordo quando su Mantova Berlusconi stesso aveva deciso di candidate la Parenti. Non avevo mai fatto politica prima di allora. Ero molto vicino alle idee liberali, certo, ma la molla che fu determinante fu la voglia di cambiamento, parola utilizzata molto allora per evolvere in meglio l’approccio alla politica e per modificare il comportamento degli stessi politici. E Fi era lo strumento migliore per frenare l’avanzata della sinistra».