In 200 da Mantova a Pontida nel nome di Charlie Kirk

MANTOVA  Orgoglio, radici e libertà. Tre parole che racchiudono l’essenza di Pontida 2025, il raduno del popolo leghista che da trentasei anni riempie il pratone della bergamasca dove secondo la tradizione nel 1167 contro Federico Barbarossa nacque la Lega Lombarda, e dove nel 1990 Umberto Bossi per la prima volta issò la bandiera della Padania sulle note del Va Pensiero di Verdi. L’edizione 2025, associata allo slogan Liberi e forti, non poteva che essere nel segno di Charlie Kirk, l’attivista Maga assassinato nei giorni scorsi. Il leader della Lega Matteo Salvini – nel giorno del debutto alla kermesse per il generale Roberto Vannacci, promosso vicesegretario nazionale con Silvia Sardone – ha invitato i militanti a un minuto di silenzio per Kirk mentre sullo schermo veniva proiettato un video che ricordava l’attivista americano. Folta come sempre la delegazione mantovana che ha partecipato agli stati generali del Carroccio: circa 200 persone, tra militanti e sostenitori giunti soprattutto in pullman. A guidarli c’erano l’onorevole Andrea Dara e il consigliere regionale Alessandra Cappellari: «In questa giornata simbolo per il nostro movimento, è stata sottoscritta la Carta della Lombardia, documento che raccoglie i principi e i valori che ci muovono: difesa dell’autonomia e delle competenze regionali, lotta contro ogni forma di immigrazione incontrollata, tutela delle nostre radici, del lavoro, dell’impresa e dei territori – ha dichiarato Andrea Dara -. Da Pontida portiamo a casa una linea chiara e unitaria: meno tasse e più semplicità per famiglie e imprese, contributo vero di banche e assicurazioni a sostegno dell’economia reale, rigore nella spesa pubblica per tutelare i risparmiatori, sicurezza dei confini e gestione dell’immigrazione nel rispetto delle regole. È la rotta che condivido e che intendo sostenere in Parlamento. «Matteo Salvini – ha aggiunto Dara – ha rilanciato con forza anche la posizione sulla guerra: l’Italia lavora per la pace e non manda i propri figli a morire al fronte. Messaggi di buonsenso che aiutano il Paese reale». «La Lombardia – ha rimarcato Alessandra Cappellari – è il motore economico e produttivo dell’Italia e deve poter continuare ad esserlo, senza intromissioni indebite né da parte dello Stato centrale né da Bruxelles. La Carta sottoscritta rappresenta un impegno preciso: difendere le nostre ragioni, affinché la Lombardia resti il motore d’Europa e continui a trainare l’intero Paese».