In coma per 25 giorni dopo una caduta in bici: cicloturista del raduno Bam fa causa al Comune

La scorsa edizione del raduno Bam

MANTOVA  Assieme a una nutrita comitiva di amici e appassionati come lui era partito all’alba da Ferrara alla volta di Mantova, per partecipare sulle sponde del lago Inferiore all’ormai consueto maxi raduno europeo dei viaggiatori in bicicletta “Bam” (vale a dire Bicycle Adventure Meeting). Ma non appena giunto nel capoluogo virgiliano in sella alla propria due ruote era rimasto vittima di un grave incidente, costatogli, alla fine, quasi un mese di coma. Erano infatti circa le 10,30 dell’8 giugno scorso quando, in via Learco Guerra, un 57enne ferrarese era caduto rovinosamente a terra sbattendo nella circostanza la testa e perdendo i sensi.
Nello specifico a causare il sinistro, stando alla ricostruzione resa dal legale del cicloturista, quest’ultimo al momento ancora in piena fase di convalescenza, sarebbe stato un grosso ramo d’albero che ostruiva la strada. Immediato a quel punto era così scattato l’allarme da parte degli altri compagni di viaggio. All’arrivo di sanitari e Polizia locale l’uomo era quindi stato rinvenuto riverso al suolo esanime. Trasportato in codice rosso all’ospedale Carlo Poma era stato ricoverato in terapia intensiva a fronte del grave trauma cranico riportato nel violento impatto. Uno stato comatoso durato all’incirca venticinque giorni, fino ai primi di luglio, quando il 57enne si era per fortuna risvegliato, anche se l’iter di degenza non è ancora concluso. Trasferito la settimana scorsa al nosocomio di Ferrara il ciclista mostra al momento notevoli difficoltà a comunicare e a relazionarsi. «Un percorso riabilitativo lungo e dall’esito oltremodo del tutto incerto», spiega l’avvocato Filippo Sabbatani che in rappresentanza del ciclista ferrarese è ora intenzionato a intraprendere un’azione legale avverso il Comune di Mantova per il risarcimento del danno subito. «Le conseguenze fisiche patite nella fattispecie dal mio assistito sono state notevoli e nonostante una lenta ripresa i postumi dell’incidente saranno comunque permanenti, con un’invalidità stimata nella misura di almeno il 30%. Per questo ci muoveremo nelle sedi opportune per ottenere un congruo ristoro, anche perché non esiste che un grosso tronco, guarda caso rimosso all’indomani dei fatti, possa ostruire una sede stradale in cui era prevista la confluenza di migliaia di persone».