MANTOVA La Procura chiama il ministero, e questo a sua volta chiama il Comune affiché provveda con una misura contingibile e urgente: l’area del parcheggio Versalis – o quantomeno una sua larga parte – deve essere interdetta alla fruibilità. I termini utilizzati dalla Procura virgiliana sono molto decisi in materia di inquinamento, e poco manca che vengano utilizzate le consuete fraseologie allusive a valli “della morte” o “nuova Chernobyl” o simili. Il senso però uscito dalle aule di via Poma è comunque quello di una situazione di altissimo rischio per l’incolumità delle persone. Da qui la pressione del Ministero della transizione ecologica, e da quello a via Roma affinché provveda a emettere l’ordinanza del caso.
Ora quell’ordinanza c’è. Il sindaco Mattia Palazzi l’ha firmata su istanza del settore ambientale sovrinteso dall’assessore Andrea Murari, e le istanze della Procura hanno trovato accoglimento. Siamo in presenza di “percorsi” di inquinamento con la possibilità di contaminazione. Insomma, è convinzione della Procura stessa che questa area dovrebbe essere interdetta al pubblico; per la qual cosa, oltre al Ministero, sono stati attenzionati anche gli enti locali, Provincia, Comune e Parco – gli stessi che si sono costituiti parte civile al processo ambientale apertosi martedì, mentre indagini suppletive sono state chieste all’Arpa, al Noe di Brescia e alla Guardia di finanza.
Il sindaco, dal canto suo, ha firmato già l’ordinanza in cui si prende atto che dagli atti, nell’area detta “Valletta”, sono state riscontrate contaminazioni di zone accessibili al pubblico «ove risulterebbero attivi i percorsi di contaminazione biologica dei fruitori». Da qui la disposizione, affinché nelle more degli interventi di messa in sicurezza e bonifica eventualmente necessari, sia inibito l’accesso alla “Valletta” contaminata, anche al fine di consentire la pronta esecuzione delle misure richieste dalla Procura volta alla determinazione delle Csr.