MANTOVA Era finito in carcere lo scorso 8 marzo, festa della donna, perché maltrattava la moglie. Da allora un 49enne marocchino residente in provincia è in cella a Mantova e ci resterà per i prossimi mesi, visto che nei giorni scorsi è stato condannato a due anni e 10 mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa martedì scorso dal giudice Chiara Comunale, e grazie a questa tempistica è stato evitato che l’uomo potesse uscire dal carcere per decorrenza dei termini. Il 49enne era infatti finito a processo con giudizio immediato lo scorso 24 settembre quando era stato sentito in aula. In quell’occasione aveva risposto a lungo alle domande del Pm Anna Tarantino e del giudice, respingendo tutte le accuse (tranne quella che lo aveva portato in carcere), compresa quella di giocarsi i soldi al videopoker, come aveva denunciato invece sua moglie. Gli episodi risalirebbero agli ultimi tre-quattro anni, ma solo quello dello scorso 8 marzo sarebbe documentato sia da referto medico che dall’intervento delle forze dell’ordine. Quel giorno il 49enne aveva infatti dato in escandescenze distruggendo mezza casa per poi colpire la moglie; la donna, terrorizzata era fuggita scavalcando la finestra di casa. I carabinieri erano intervenuti sul posto e avevano arrestato il marocchino, mentre la donna veniva accompagnata in ospedale per essere medicata e dimessa con 10 giorni di prognosi. Il processo era poi stato rinviato all’8 ottobre scorso per la discussione del processo. Il Pm Tarantino ha chiesto una condanna di tre anni e 8 mesi di reclusione, mentre il difensore dell’imputato, avvocato Marina Alberti, ha chiesto l’assoluzione dalle accuse di maltrattamenti e il minimo della pena per l’episodio delle lesioni dell’8 marzo. Il giudice Comunale ha infine condannato l’imputato a due anni e 10 mesi di reclusione. Motivazioni della sentenza tra 60 giorni. (cad)