MANTOVAUn nuovo patto sociale: è questa la richiesta emersa da numerosi tra gli interventi del convegno La casa Possibile: politiche e strategie per un mercato abitativo equo, che si è svolto stamane presso Confindustria Mantova. Promosso nell’ambito del progetto triennale Verso casa, finanziato da Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e Banca intesa, il convegno ha inteso mettere attorno a un tavolo soggetti eterogenei che finora hanno affrontato indipendentemente la questione abitativa. Ad aprire i lavori è stata Francesca Cognetti, Professore Associato di Pianificazione e Politiche Urbane – Dastu – Politecnico di Milano. “Il modo in cui affrontiamo il problema della casa è datato” ha premesso la docente. “Siamo infatti abituati a privilegiare l’idea della proprietà, perché in passato la prima casa è stata al centro di politiche nazionali, al punto che oggi il 70% degli italiani è proprietario”. Ma oggi ha ancora senso mantenere lo stesso approccio? Un dato evidenzia il mutamento in atto da decenni: “non solo il tema della casa per tutti è sparito dalla finanza pubblica, ma siamo passati dai 20 mila alloggi annuali costruiti dal settore pubblico negli anni ‘80 ai 1500 degli anni 2000” sottolinea Cognetti, che invita appunto a un patto sociale che coinvolga imprese e gruppi di cittadini e terzo settore e diffonda competenze e buone prassi.
Davide Boldrini, direttore di Agape onlus, ente partner di Verso casa (che è stato promosso da Fondazione Comunità Mantovana con Solco come capofila e Abramo onlus e Cav Mantova come) ha successivamente sintetizzato gli eccellenti risultati del progetto. Verso casa in due anni ha analizzato le richieste di 132 soggetti ed evidenziato la prevalenza di cittadini italiani tra coloro che per sovraindebitamento rischiano di perdere l’alloggio in cui già vivono, mentre -per converso- sono i cittadini stranieri a riscontrare più difficoltà a reperire un’abitazione. I primi due anni di sperimentazione di Verso casa hanno consentito di trarre alcune indicazioni sul metodo con cui affrontare i casi: per esempio, il fatto che per gli operatori sia “necessario costruire un nuovo modello di accompagnamento e sviluppare nuove competenze”. Dopo l’illustrazione da parte di Gianluca Ruberti di Mestieri Lombardia delle attività condotte da Belleli Energy, azienda che si è fatta carico di allestire una foresteria con 60 posti e ha acquistato una serie di appartamenti da destinare ai dipendenti, Domenico Bizzarro, presidente di Infrastrutture sociali cooperativa Sociale ha illustrato come case history il modello virtuoso seguito a Brescia dove il recupero di alloggi di edilizia pubblica bisognosi di una cifra contenuta per il ripristino genera oggi il 50% delle risorse di edilizia pubblica, consentendo il recupero di ulteriori unità abitative.
Il recupero di immobili già esistenti ovvia anche a una criticità particolarmente sentita sul comune di Brescia ma non estranea al resto d’Italia: il consumo di suolo che accresce l’inquinamento e che, nel territorio bresciano, equivale a “circa 200 campi da calcio all’anno”.
A questa best practice ha fatto seguito una tavola rotonda (moderata dalla giornalista della Gazzetat di Mantova Monica Viviani, come l’intero convegno) cui hanno partecipato il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, Fabio Viani, direttore di Confindustria Mantova, Paolo Galeotti, Presidente del consorzio Sol.Co. Mantova e Giordana Ferri, Direttore Esecutivo di Fondazione Housing Sociale.
Il sindaco Palazzi ha annunciato il rifinanziamento del sostegno all’affitto per nei residenti under 36 sul comune di Mantova, “che sono soggetti che lavorano e che sono necessari per la tenuta del nostro sistema di welfare”, mentre il dottor Viani ha presentato le misure richieste ai legislatori e governanti da Gabriele Buia, delegato alla Casa di Confindustria per rispondere all’emergenza casa: un serie di iniziative. Che vanno dagli sgravi fiscali alla concessione di nuovi spazi edilizi, per rilanciare lo sviluppo del paese e superare da una parte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e dall’altra la “trappola della mobilità” che impedisce di abbattere la disoccupazione strutturale che soffoca la nostra economia. Lo stesso Viani, tuttavia, ha sottolineato come servirebbe un maggiore coordinamento tra soggetti che si occupino del fattore abitativo, ed è qui che il terzo settore, ha spiegato Poalo Galeotti, può giocare un ruolo determinante. A chiudere i lavori ha provveduto l’assessore Caprini che ha appunto rilanciato la necessità di dotarsi di strumenti condivisi da più soggetti (Aler, imprenditori, istituzioni, privati proprietari) per gestire il problema casa non solo all’interno del comune capoluogo ma nell’ ambito territoriale. Che sia il momento di creare un’agenzia per la casa? Il convegno La casa possibile ha dato un forte stimolo affinché, perlomeno, ci si inizia a pensare.