MANTOVA Condannato con rito abbreviato a due anni e due mesi di reclusione – senza sospensione della pena – per maltrattamenti in famiglia. È la pena comminata ieri mattina dal gup Gilberto Casari a carico di un 43enne italiano residente a Borgo Mantovano. L’arresto dell’uomo, difeso in giudizio dall’avvocato Alessandro Ferrari, risale al 17 ottobre di un anno fa, dopo un episodio violento occorso in ambito domestico. Nella fattispecie al culmine di un’accesa lite scoppiata tra i coniugi, l’imputato aveva alzato le mani all’indirizzo della consorte davanti allo sguardo attonito dei due figli minorenni della coppia. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, intervenuti sul posto a seguito di denuncia, marito e moglie avevano preso a litigare furiosamente per futili motivi fino a che la situazione era degenerata oltremodo; nella circostanza ad avere la peggio era stata la donna poi medicata all’ospedale. Sempre secondo gli inquirenti quello non sarebbe stato l’unico episodio violento ma l’ultimo di una lunga serie. Per questo erano scattate immediatamente le manette ai polsi dell’uomo dopo l’entrata in vigore della legge sul cosiddetto “codice rosso”. Ma a difesa dell’arrestato si era mossa qualche tempo fa la stessa parte offesa che in una missiva indirizzata direttamente al giudice aveva indicato l’esatta natura del coniuge, da lei dipinto come uomo buono, onesto e bravo padre di famiglia, rendendosi disponibile altresì ad ospitarlo nel caso di arresti domiciliari. Lo scorso febbraio inoltre, accusa e difesa avevano concordato un patteggiamento pari a 2 anni, pena ritenuta invece non congrua dal gup