MANTOVA Nella mattinata odierna gli uomini della Squadra Mobile della Questura hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare presso una comunità di recupero a carico di un 15enne residente nell’hinterland, emessa dal Giudice del Tribunale per i Minorenni di Brescia.
L’escalation delinquenziale del minore si colloca, inizialmente, all’interno della cerchia famigliare, essendosi costui reso responsabile, in più occasioni, di maltrattamenti in famiglia e lesioni pluriaggravate nei confronti della madre, della sorella e del patrigno; in particolare, nei mesi scorsi, il 15enne è accusato di aver ripetutamente minacciato di morte la madre e la sorella, anche con l’uso di un coltello, in alcuni casi addirittura percuotendole, nonché, in un’occasione, di aver violentemente aggredito il patrigno a calci e con un bastone, provocandogli lesioni guaribili in 10 giorni.
Oltre a ciò, a carico del giovane italiano di origine straniera vi sono altre accuse di essere il responsabile di una lunga serie di attività delinquenziali, quasi tutte commesse a partire dall’inizio del 2019: furti e reati contro il patrimonio in genere, nonché danneggiamenti ed altro.
L’ordinanza custodiale è stata emessa ed eseguita in tempi rapidissimi a conclusione delle indagini conseguenti alla denuncia formalizzata alcuni giorni addietro dalla famiglia, la quale, con un atto di grande coraggio, si era presentata alle Forze dell’Ordine chiedendo di essere aiutata, a seguito dell’ultimo episodio di percosse subito, appunto, dal nuovo compagno della madre.
Sentendosi al sicuro i genitori iniziavano a narrare le violenze perpetrate dal ragazzo, il quale più volte, nel recente passato, ha devastato l’abitazione, distrutto i mobili di casa e preteso di gestire con la violenza il rapporto con loro e la sorella, rendendo di fatto impossibile ogni forma di convivenza civile.
A seguito della formalizzazione della denuncia, pertanto, questa è stata immediatamente trattata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia in base al Protocollo di “Codice Rosso”, consentendo, come si è detto, di assicurare in tempi strettissimi il giovane alla giustizia, al fine precipuo di impedire il protrarsi del clima di terrore e di violenza che da un po’ di tempo si era instaurato all’interno della sua famiglia.
Gli uomini della DIGOS, inoltre, stanno ora procedendo ad effettuare complesse e delicate attività informative ed investigative relative al possibile coinvolgimento del 15enne, a vario titolo, nell’odioso episodio – riportato nei giorni scorsi dal nostro giornale – relativo a scritte di stampo razzista apparse nell’abitato di Porto Mantovano, nonché di gravi ed inquietanti episodi di bullismo e minacce ai danni di numerosi ragazzini abitanti in quella zona.