MANTOVA Giampaolo Gola, originario di Mantova e figlio del generale della Guardia di Finanza e dirigente sportivo Gianni Gola, è stato assolto dopo un processo durato più di sei anni. L’accusa era di traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, un progetto che avrebbe dovuto vedere la luce a Tor Di Valle ma che non è mai stato realizzato. Gola è stato assolto perché il fatto non sussiste. Questo verdetto mette fine a un calvario durato sei anni, durante i quali Gola è stato sottoposto a un processo e ha scoperto di essere sotto indagine dalle telefonate di un giornalista del Fatto Quotidiano. Nonostante l’assoluzione, Gola ha dichiarato di non essere felice. Ha espresso soddisfazione per il verdetto, ma ha sottolineato che essere accusati di aver violato la legge e essere sottoposti a un processo è un’esperienza che non augura a nessuno. Ha inoltre annunciato che la sua battaglia per una giustizia giusta continuerà con ancora più consapevolezza. In prima fila durante la lettura della sentenza c’era il costruttore Luca Parnasi. Nonostante l’esultanza, Parnasi ha scelto di non rilasciare dichiarazioni alla stampa. La sentenza pone fine a un lungo processo che ha coinvolto diverse figure di spicco nel mondo dello sport e dell’edilizia. Nonostante l’assoluzione, rimangono le domande sul futuro dello stadio della Roma e sulle implicazioni di questo caso per il mondo del calcio italiano.