MANTOVA L’Ing.Stefano Truzzi eletto recentemente nuovo presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Mantova per il triennio 2024/2027 punta a un mandato che unisca partecipazione, formazione e confronto. In questa intervista racconta le sue priorità e le sfide per il futuro.
Quali sono le priorità del suo mandato?
«Il mio obiettivo è costruire un gruppo Giovani più forte e partecipato. Serve coinvolgere sia chi non conosce l’associazione sia chi partecipa saltuariamente, ma non con continuità. L’associazionismo si basa sullo stare insieme, e questo valore si è perso con l’uso massiccio degli strumenti digitali. Dobbiamo riportare i giovani imprenditori a incontrarsi di persona, per creare un circolo virtuoso che rafforzi il gruppo e ne aumenti il peso specifico».
Perché è importante far parte del gruppo Giovani di Confindustria?
«Offre un’occasione di confronto unica. Ti relazioni con coetanei che condividono le tue stesse sfide imprenditoriali, cosa rara nel contesto sociale o familiare. Inoltre, è una palestra di crescita: grazie a iniziative come l’Alta Scuola di Confindustria, ho avuto modo di sviluppare competenze, fare networking e approfondire temi strategici per il nostro futuro».
Quali sono le sfide principali per i giovani imprenditori?
«Il passaggio generazionale è una delle criticità maggiori. Non è solo un trasferimento di competenze, ma un confronto tra generazioni con visioni e approcci diversi. Non possiamo aspettarci che i millennial lavorino come i boomer, ma serve dialogo per trovare un equilibrio, un ponte tra le due realtà. Confindustria può offrire strumenti per rendere questo passaggio più organico e gestito con metodo, evitando che le aziende si trovino impreparate».
Lei proviene da una famiglia con una lunga tradizione imprenditoriale. Dal 1956 il Gruppo Truzzi progetta e realizza edifici prefabbricati in calcestruzzo di tipo industriale e commerciale, concepiti per offrire benessere oltre che funzionalità. Come si concilia innovazione e tradizione?
«È un equilibrio delicato, ma fondamentale. Mio nonno Luciano, il fondatore, ha lasciato un’impronta valoriale fortissima in azienda. Diceva sempre: “Questa è la nostra azienda”, mai “la mia”. Questo senso di appartenenza è ancora vivo. Tuttavia, per garantire continuità bisogna essere flessibili. Ai giovani va data la possibilità di sbagliare e crescere, proprio come è stato fatto con le generazioni precedenti. È importante preservare l’identità di un’azienda, ma senza restare ancorati al passato».
Quali iniziative prevede per il suo mandato?
«La formazione è una priorità. A gennaio organizzeremo un incontro sul public speaking, seguito da altri temi come la negoziazione e la selezione del personale. Inoltre, voglio rafforzare le visite aziendali: sono un’occasione unica per ispirare i giovani imprenditori e accedere a realtà di eccellenza. Infine, prevedo almeno due viaggi all’estero durante il mio mandato, per ampliare gli orizzonti e creare nuove opportunità di confronto».
Responsabilità sociale e parità di genere sono temi attuali. Come intende affrontarli?
«Abbiamo organizzato un’assemblea il cui tema è il lavoro femminile. Il mio obiettivo è creare un contesto in cui le donne possano conciliare famiglia e carriera senza dover sacrificare l’una per l’altra. La maternità non deve essere vista come un ostacolo, ma come una fase naturale da supportare. Questo richiede impegno da parte delle istituzioni, delle aziende e delle famiglie».
Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono intraprendere la strada dell’imprenditoria?
«Troppe volte facciamo scelte come giovani imprenditori che sono state decise da qualcun altro. Il mio consiglio è di fare una scelta consapevole. Ad esempio, troppe volte i giovani entrano in azienda per un obbligo morale, senza passione o preparazione. Questo porta al fallimento. Chiedetevi cosa volete davvero e impegnatevi a fondo. Non si può dire “proviamo e vediamo come va”: serve convinzione e metodo. La superficialità è il nemico peggiore per un imprenditore». Antonia Bersellini Baroni