Telefono della ex distrutto nel microonde, sette mesi a 51enne geloso

MANTOVA –  Da una parte la versione della persona offesa, che sosteneva di essere stata vittima di un’aggressione oltre a vedersi distrutto il proprio cellulare; dall’altra quella dell’ex che, confermato il secondo episodio, ricusava però l’ipotesi di averle messo le mani addosso. A finire sotto accusa per lesioni e danneggiamento, un 51enne residente nell’hinterland cittadino. Nello specifico i fatti a lui ascritti risalivano al settembre 2021 quando, stando al novero delle contestazioni, si era reso responsabile di un episodio violento perpetrato ai danni della ex convivente, parte civile con l’avvocato Paolo Stanghellini. In particolare l’imputato, una ventina di giorni dopo la fine del rapporto sentimentale, si era recato a casa della donna, sua coetanea, per recuperare gli ultimi effetti personali. Da lì, in breve, era quindi sorta una discussione per motivi di gelosia che aveva visto l’uomo, controllate le chat sullo smartphone della ex attestanti una nuova relazione della stessa, reagire in maniera violenta, dapprima colpendola con tre pugni in testa e infine sbattendo il telefonino contro il muro, nonché distruggendolo nel forno microonde. «Confermo di aver rotto quel telefonino – aveva riferito in aula il 51enne – ma non l’ho mai picchiata. Dalla rabbia ho solo dato un pugno contro una porta. Vorrei ben vedere, prima mi dice di controllare l’elenco delle chiamate, in cui compaiono solo amiche, e poi invece scopro i messaggi con un altro». Di diverso tenore al contrario le dichiarazioni della parte lesa, secondo la quale oltre alle percosse e alla distruzione del Samsung da 700 euro aveva pure tentato di far fare la stessa fine al cordless di casa con cui poi la stessa aveva poi avvisato la Polizia. Per tale vicenda ieri l’imputato è stato condannato a 7 mesi, con pena sospesa e non menzione come chiesto dal Pm, oltre a 1500 euro a titolo risarcitorio.