MNTOVA Da terremoto sulla ‘ndrangheta a terremoto sull’operazione Sisma. Ha avuto un esito clamoroso il ricorso al Riesame presentato dagli avvocati di alcuni degli indagati dell’operazione Sisma, coordinata dalla Dda di Brescia che aveva portato a 10 arresti lo scorso 10 gennaio) sull’ipotesi di corruzione e concussione per la concessione dei fondi sisma per la ricostruzione del dopo-terremoto nel Mantovano. I giudici del Tribunale del Riesame di Brescia hanno di fatto accolto quasi tutti i ricorsi presentati dai legali, ma soprattutto hanno escluso per tutti i ricorrenti l’aggravante dell’articolo 416-bis, ovvero quello di avere agevolato imprese riconducibili ad associazioni di stampo mafioso. Tolta dunque l’aggravante mafiosa e non essendo contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso, il procedimento non è più di competenza del tribunale di Brescia, e pertanto gli atti vengono trasmessi alle procure di Mantova e di Reggio Emilia per i fatti di loro competenza. Una sola cosa è stata confermata dai giudici del Riesame: la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Todaro e per suo padre, Raffaele Todaro, il primo soprattutto ritenuto al centro di un presunto sistema di corruzione e concussione per la concessione dei fondi sisma per la sua posizione di pubblico ufficiale con la carica di tecnico istruttore esterno presso i comuni di Poggio Rusco, Borgo Mantovano, Magnacavallo, Sermide e Felonica. L’esclusione dell’aggravante dell’articolo 416 bis del codice penale riferita ai Todaro è poi ricaduta sugli altri indagati che si erano visto contestare la medesima aggravante. Ciò ha comportato per gli altri ricorrenti la revoca delle precedenti misure di custodia cautelare e nel caso degli indagati Monica Bianchini e Antonio Guerriero i giudici del Riesame hanno annullato l’ordinanza emessa dal gip nei loro confronti disponendone l’immediata remissione in libertà (erano entrambi ai domiciliari).
I dettagli dell’ordinanza
I giudici del Riesame di Brescia ieri hanno confermato la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Todaro e il padre Raffaele Todaro escludendo l’aggravante mafiosa. Con quest’ultima decisione hanno dichiarato incompetente il tribunale di Brescia in favore del tribunale di Mantova per sei capi d’imputazione (A, B, E, I, K, L) e due in favore di quello di Reggio Emilia (C,G,). Felice d’Errico ha ottenuto la revoca della custodia in carcere per i domiciliari, per la sua posizione è competente il tribunale di Reggio Emilia. Quanto agli indagati mantovani, Giuseppe Di Fraia di Poggio Rusco, ora è ai domiciliari e la sua posizione è di competenza del tribunale di Mantova. Annullata l’ordinanza nei confronti di Monica Bianchini, architetto di Ostiglia e Antonio Guerriero, di Mantova, quest’ultimo era ritenuto dalla Dda un prestanome per i Todaro. I due erano ai domiciliari e ora sono stati rimessi in libertà senza alcuna misura cautelare. Obbligo di firma alla Pg, invece, per Enrico Ferretti, al quale non viene più contestata l’aggravante mafiosa. I giudici bresciani hanno infine inviato alla procura di Mantova per competenza territoriale gli atti relativi a sette capi d’imputazione (A, B, E, F, I, K, L) e di tre capi d’imputazione a quella di Reggio Emilia (C, D, G).