MANTOVA – Il braccio di ferro fra il Comune e i condòmini di Palazzo Cadenazzi di via Cavour, entro il quale l’amministrazione ha predisposto l’accesso pubblico alla Torre della Gabbia, ha già preso la strada per approdare in giudizio. Di fronte al diniego dei proprietari (fra i quali, si ricordi, c’è comunque anche il Comune) di dare accesso alla torre acquistata dall’ente nel 1987, la giunta di Mattia Palazzi ha deliberato il 9 novembre di dare mandato all’avvocato Simona Zerbini di esperire la strada conciliativa stragiudiziale, ed eventualmente, in difetto di condizioni, quella del tribunale. Per questo incarico professionale sono già stati accantonati 15mila euro.
Speculare la determinazione dei condòmini di Palazzo Cadenazzi che hanno già dato mandato all’avvocato Alberto Ferraresi di Reggiolo, supportato dall’avvocato Cristian Pasolini di Mantova, di far valere le proprie istanze.
Già in ottobre l’assemblea condominiale ha storto il naso di fronte agli annunci dell’imminente inaugurazione al pubblico della Torre. Adesso, e anzi, proprio ieri, anche le carte storiche della cessione al Comune della Torre, con le planimetrie del palazzo, sono state inviate a un notaio reggiano per verificare eventuali incongruità delle intenzioni del Comune rispetto all’atto notarile di vendita della Torre, la quale veniva ceduta a via Roma come “bene intercluso”, senza possibilità di accedervi direttamente dalle aree comuni di Palazzo Cadenazzi, ma lasciando all’ente il solo spiracolo di accesso da via Cavour, e specificamente dall’ex negozietto di fotocopiatrici oggi di proprietà di Gianluca Bianchi.
La giunta Palazzi invece, con voto consiliare, ha avuto il via libera per acquisire un ex ufficio nell’ammezzato interno al cortile, entro il quale ha progettato di creare l’accesso alla torre, forando il muro perimetrale contiguo a quello della torre stessa. Il tutto senza avere ottenuto il parere preventivo dell’assemblea condominiale, e unificando di fatto i mappali della torre e quelli dell’ufficio-biglietteria.
A detta dei legali dei condomini, nemmeno è stato dato avviso delle intenzioni dell’ente riguardo all’uso che avrebbe voluto fare di quell’immobile recentemente acquisito.
Sembra evidente che a questo punto le posizioni siano inconciliabili. Ma soprattutto sembra difficile credere che l’inaugurazione pubblica della Gabbia possa avvenire in tempi ragionevolmente brevi.