Ucciderla con il veleno: il piano iniziale dell’assassino di Yana

MANTOVA Un piano delittuoso non ben definito, più volte modificato nelle intenzioni in modo incerto e approssimativo dall’assassino, fino a poco prima della sua realizzazione. È quanto si evince dalle risultanze d’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Mantova circa la ricostruzione delle ultime ore di vita di Yana Maliako, uccisa tra il 19 e il 20 gennaio 2023 a Castiglione delle Stiviere per mano dell’ex fidanzato Dumitru Stratan, finito ora alla sbarra per le ipotesi di omicidio premeditato e occultamento di cadavere.
A suffragare infatti la tesi di una macchinazione criminale preventiva, ordita dall’imputato in maniera confusa e del tutto raffazzonata, un paio di ricerche Google fatte in lingua russa dallo stesso 35enne moldavo, una poco meno di un’ora e mezza prima il fatto di sangue e riferita, nella mera traduzione in italiano, a «come fare un veleno con le mani» (in questo caso l’accezione dovrebbe attenere le modalità di preparazione artigianale, in casa, di una generica sostanza venefica) e l’altra, risalente a qualche giorno prima afferente l’eliminazione di insetti quali formichine o forbicine». A riferire di tali circostanze probatorie, ieri in aula innanzi alla Corte d’Assise presieduta da Gilberto Casari, il luogotenente del nucleo investigativo dell’Arma virgiliana, Luca Malvagia.