Versalis, sempre più a rischio anche il polo chimico mantovano

Mantova «La scelta di Eni-Versalis mette una pietra tombale sulle produzioni della chimica di base e condanna il paese a un’ulteriore drammatica dipendenza da altri». Con queste parole si apre il comunicato della Filctem-Cgil firmato da Marco Falcinelli e Giuseppe Gesmundo, segretario generale della Filctem Cgil e segretario nazionale della Cgil, in relazione ai piani di dismissione del colosso chimico nazionale al sud, che avrebbero inevitabili ricadute negative anche sugli impianti “periferici” di Mantova, Ferrara, Ravenna, Porto Torres e Porto Marghera per una sorta di effetto domino.
La politica aziendale, per le parti sociali, è censurata a monte e pertanto invita il governo a sanare quella che si profila come un’operazione di smantellamento dell’intero settore: «Si sta decidendo di distruggere una parte strategica dell’industria del nostro paese: l’80% dei prodotti della chimica – prosegue il comunicato Filctem – viene utilizzato da altri settori industriali. Si rischia di mettere in ginocchio l’intera industria del paese mentre in Europa, a partire dai contenuti del documento Draghi, si afferma la centralità dell’industria per la sopravvivenza economica della Europa stessa».
Sotto la lente del sindacato è posto l’orientamento del governo volto ad avallare un piano di dismissione della chimica di base, verso il quale «si assume una grave responsabilità politica, aggravata ulteriormente dal fatto che Eni è un’azienda partecipata dallo Stato stesso e a cui dovrebbe, invece, chiedere di investire per accompagnare il paese nei processi di transizione energetica, e non di accettare chiusure di impianti e dismissioni di tecnologie industriali fondamentali per l’intero sistema industriale nazionale».
Le conseguenze non riguarderebbero solo la Sicilia e la Puglia, come si evince dai piani industriali dell’Eni, ma anzi, considerata la caratteristica principale dell’industria chimica che è quella di avere “produzioni fortemente integrate”, il rischio successivo riguarderebbe tutti gli altri siti di Versalis pregiudicandone le attività e la tenuta occupazionale, con Mantova ovviamente in prima linea.
Nell’incontro tenutosi ieri per l’impianto di Brindisi, secondo tavolo tecnico dopo quello di dicembre, il ministero ha proposto a Eni-Versalis di “riflettere” e prevedere la continuità produttiva mantenendo in marcia il cracking di Brindisi. Ma la risposta della azienda è stata negativa.
«Come sindacato – conclude la nota della Cgil, che guarda al risvolto occupazionale di 20mila persone – consideriamo la proposta avanzata dal ministero percorribile anche se parziale», e chiede all’azienda di modificare i propri piani.