Il fascino intramontabile del tango di Piazzolla per il successo del Novafonic Quartet a Palazzo Te

MANTOVA  Tango e Piazzolla: un binomio inscindibile che non finirà mai di conquistare il favore del pubblico ad ogni latitudine grazie alla straordinaria combinazione di temi passionali, ritmi incalzanti, acuta invenzione e colta rielaborazione della musica popolare argentina che è propria dell’arte di Astor Piazzolla (1821-1992). Ne è una bella conferma il successo dell’appuntamento di venerdì sera, proposto da MantovaMusica, con l’applauditissima esibizione del Novafonic Quartet, formazione composta da Fabio Furia al bandoneon, Gianmaria Melis al violino, Marco Schirru al pianoforte e Giovanni Chiaramonte al contrabbasso. Nell’accogliente atmosfera estiva del Cortile d’Onore di Palazzo Te, i quattro eccellenti musicisti hanno offerto un pregevole omaggio ad Astor Piazzolla, nel centenario della nascita, proponendo un percorso ricco e piacevolissimo attraverso alcune delle opere più significative e celebri del grande autore e bandeonista argentino. Iniziato con l’esecuzione di Michelangelo ’70, l’avvincente itinerario musicale ha toccato la suite Milonga e Muerte del Angel per inserire, poi, la bella sorpresa della composizione di Fabio Furia, Vals-Jazz, che rappresenta un interessante esempio di ricerca e contaminazione stilistica basata sulla fertile eredità lasciata dal percorso di innovazione del tango intrapreso da Piazzolla con quegli straordinari esiti che tuttora ammiramo. Il programma del concerto ha dato ai quattro interpreti ampie possibilità di esibire le loro qualità tecniche con pagine virtuosistiche come Escualo e la toccante Adios Nonino, impreziosita dalla cadenza pianistica creata da Dante Amicaletti, e proporre note rare, ma altrettanto appropriate, con La Bordona di Emilio Balcarce, violinista della storica Orquestra Osvaldo Pugliese. Come impone la scena sonora del tango di Piazzolla, un rilievo speciale ha assunto il bandoneon di cui Fabio Furia è un autentico maestro e virtuoso, ispirato nelle improvvisazioni che hanno alimentato il brano conclusivo del concerto, Tristezas de un doble A. “Doble A” che era la storica sigla dei bandoneon più apprezzati dai tangueri argentini, prodotti da Alfred Arnold, come ha ricordato Furia presentando il suo prezioso strumento del 1938. Bis fuori programma con Oblivion, perla e icona intramontabile del repertorio di Astor Piazzolla, altrettanto apprezzato dal pubblico che ha salutato con lunghi, meritatissimi applausi le brillanti esecuzioni dei quattro musicisti sardi. Qualità tecniche, solida competenza, sincera passione e sensibilità espressiva hanno valorizzato le loro interpretazioni, caratterizzate anche da un tocco di cultura musicale classica italiana che ben si abbina allo spirito originale del tango che ha avuto come grandi padri musicisti italiani come Osvaldo Pugliese e Francisco De Caro. E il padre di Piazzolla era toscano…    (gmp)