La favola dei Carota Boys alla Casa del Mantegna

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Mantova Si è parlato di Jannik Sinner? Sì. Si è parlato solo di Jannick Sinner? No. No, perché protagonisti dell’incontro di ieri alla Casa del Mantegna erano i Carota Boys, ragazzi con la passione per il tennis e un tifo sfegatato per il campione azzurro. La loro storia è fresca, giovane e assume i contorni di una vera e propria favola se pensiamo che tutto è nato per scherzo o per caso, fate voi: la sostanza tanto non cambia.
A parlare del loro libro, più un pretesto che un dovere, sono venuti a Mantova due dei sei membri di questo sodalizio nato nel 2023 in quel di Roma. A parlarne ad una platea formata per lo più da ragazzini, Francesco ed Federico che hanno ripercorso la loro storia condendo il racconto di tantissimi aneddoti legati al loro tour mondiale al seguito di Sinner nei tornei più importanti. “Ogni grande Slam ha la sua atmosfera – raccontano -: in Europa è comunque diverso rispetto ad esempio agli Stati Uniti dove la formalità è una sconosciuta. Gli spettatori non si fermano mai, vanno a prendere da bere a mangiare in qualsiasi momento, ed i giocatori ormai si sono abituato. Tutt’altro discorso a Wimbledon, dove la formalità e il rigore sono tutto: vestiti con il costume arancione abbiamo rischiato seriamente di non entrare, poi per fortuna sono intervenute persone di alto livello ed hanno sbloccato la situazione. Però, l’anno dopo, ci siamo presentato vestiti da carota, ma in bianco”.
Ma come nascono i Carota Boys? “Per caso, come se un gruppo di amici decidesse di andare insieme a vedere gli Internazionali a Roma, ma scegliesse di farlo in maniera goliardica come abbiamo fatto noi, vestendoci da carote nella speranza di vedere Sinner? Perchè arancio carota? Perché Jannik durante un cambio campo una volta anziché mangiare la solita banana si mise a sgranocchiare una carota e così, da allora, abbiamo preso lo spunto per questo nostro travestimento. Ebbene, da quel momento a Roma, con tutte le inquadrature televisive e la nostra presenza al Foro è stato un attimo vedere la nostra popolarità schizzare. Quando si dice da cosa nasce cosa… Passano pochi giorni e i ragazzi entrano in un vortice che li lancia immediatamente in un giro intorno al mondo a velocità siderale. “Lavazza ha creduto in noi e ci ha permesso di viaggiare da un capo all’altro del pianeta per seguire i maggiori tornei di tennis. Non credevamo ai nostri occhi, ma non ci siamo tirati indietro e così abbiamo cavalcato l’onda della popolarità”.
E Jannik? “L’abbiamo conosciuto per gradi, è una persona molto riservata ma uno che ama divertirsi senza prendersi troppo sul serio. Il nostro primo incontro è stato organizzato da Lavazza e ci siamo trovati in un campo per giocare un’improbabile partita noi sei contro di lui e vi lascio immaginare come sia finita. Alla fine volevamo portargli via la racchetta, ma lui ha scelto di tenersela benché ne abbia a iosa dagli sponsor. Ci tiene molto alle sue cose”.
In due anni, questi sei giovani ragazzi cuneesi si sono ritrovati catapultati in un mondo che prima sognavano solamente e “dobbiamo ammettere – affermano – che le nostre vite sono state completamente ribaltate”.