MANTOVA
La serata svoltasi lunedì in Basilica di Sant’Andrea a Mantova nell’ambito del Monteverdi Festival 2022 è stata di perfetta sintesi tra emozione e celebrazione, non solo perché il simbolo dell’architettura albertiana è tornata, dopo moltissimo tempo, ad ospitare un concerto di musica sacra, ma perché Claudio Monteverdi è ritornato a Mantova. Ed è tornato da protagonista in un concerto nato dalla sinergia tra Comune di Mantova, Fondazione Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, Teatro Amilcare Ponchielli, Comune di Cremona e in sinergia con la Diocesi di Mantova, con il quale l’Orchestra Monteverdi Festival – Cremona Antiqua diretta dal Maestro Antonio Greco ha saputo emozionare il pubblico presente. Il Vespro della Beata Vergine, vera e propria pietra miliare monteverdiana e dell’intera cultura musicale occidentale, ha risuonato maestoso nella grande navata della basilica rinascimentale, con l’intera orchestra che si è esibita rivolta verso l’altare principale. La scelta, carica di simbolismo, è stata mossa dalla volontà di sfruttare al meglio l’acustica del luogo e ottenere il miglior suono possibile durante l’evento. Gli spettatori presenti, tra i quali anche diverse persone di provenienza internazionale che non si sono lasciate sfuggire “il sogno di poter ascoltare Monteverdi a Mantova”, hanno vissuto un concerto che li ha abbracciati a tutto tondo: in diversi momenti, coristi e musicisti si sono infatti posizionati in spazi diversi della Basilica per intrecciare, seguendo la tecnica dei “cori spezzati”, voci e melodie che provenendo da diversi punti della Basilica hanno condotto gli spettatori in un’esperienza spiritualmente e fisicamente immersiva, portandoli al centro di uno spazio stereofonico.
In occasione del 550° anniversario dalla morte di Leon Battista Alberti e dalla posa della sua prima pietra, la Basilica di Sant’Andrea si è mostrata in tutta la sua magnificenza come luogo ideale per celebrare il grandissimo compositore che ha portato la tradizione polifonica rinascimentale verso un nuovo stile che diverrà fondamento per i secoli a venire. E la scelta di questa celebrazione non poteva che ricadere in una delle sue opere più monumentali, più riconosciute, che nel suo ordito cangiante ne riflette la ricchezza compositiva e innovativa.
L’esperienza di condivisione tra il Divin Claudio, l’Orchestra e il pubblico si conclude con una lunghissima standing ovation con la quale il pubblico ha omaggiato i musicisti, i coristi e il Maestro direttore. Quello è stato il momento nel quale l’emozione di tutti è parsa esultare: “viva Monteverdi”.