Bruno Nicolis, ieri l’ultimo saluto nella parrocchiale di Stradella

SAN GIORGIO BIGARELLO – Si sono tenuti ieri mattina, nella chiesa parrocchiale di Stradella, i funerali di Bruno Nicolis, storico ex militante della Lega mantovana che ha fatto della politica una delle sue grandi passioni, sebbene quella principale restasse la musica e il suo inseparabile clarinetto. Descrivere in poche righe una figura come la sua non è cosa semplice, tanti sono i progetti che ha portato avanti per il bene del territorio in cui ha sempre vissuto, quella “sinistra Mincio” che vuoi per collocazione geografica vuoi per l’eterogeneità dei suoi abitanti ha sempre considerato «il fulcro della provincia». Lo hanno ricordato anche i parroci don Massimo Mattioli e don Giovanni Telò durante l’omelia, non dimenticando di tesserne le lodi per la sua innata propensione a spendersi per la comunità, come fare restaurare la piccola chiesetta di Bazza dedicata a Sant’Antonio Abate. Terminata l’esperienza da consigliere comunale nell’ex Comune di Bigarello, continuò a svolgere il proprio ruolo di militante politico come responsabile della sezione locale della Lega, facendola diventare una delle più “vivaci” della circoscrizione. La sua forza era saper sorridere e trovare delle soluzioni anche nelle situazioni più complicate, dalle quali usciva con allegria perché era una persona sempre pronta alla risata e ai momenti conviviali. Tra le sue battaglie, la tutela dell’ambiente, la sicurezza urbana e l’implementazione del trasporto pubblico, lui che aveva lavorato per tanti anni all’Apam, «affinchè le fasce fragili e gli anziani potessero raggiungere la città». Sosteneva che l’idea federalista dovesse prevalere senza mai essere abbandonata, per questo negli ultimi tempi si era un po’ allontanato dal Carroccio. Alle recenti amministrative di San Giorgio Bigarello si è riaffacciata in lui quella voglia – in realtà mai sopita – di tornare in pista. Cattolico e fervido credente, Bruno ha lavorato tanto per la sua gente. E qui emerge nuovamente tutta la sua generosità. Compositore autodidatta ma non per questo meno talentuoso, insegnava clarinetto ai bambini gratuitamente. Qualche hanno fa aveva persino messo in piedi un piccola banda nella frazione e nel frattempo continuava a scrivere per i tanti amici orchestrali, collaborando anche con artisti del calibro di Roby Facchinetti. Fu anche insegnante nella banda Città di Mantova e membro del corpo bandistico di Castel d’Ario. Non è difficile immaginare che dalla finestra del cielo si stia già organizzando per un grande concerto, e a riecheggiare sarà il suono caldo e avvolgente del suo clarinetto. Alla moglie Flavia, ai figli Stefano e Simone e a tutti i famigliari il sincero cordoglio anche del nostro giornale. (ma.vin)