Donna mummificata, il criminologo: figlio da aiutare

Il criminologo Gianni Spoletti

ROMANORE (Borgo Virgilio) «Una persona da aiutare e supportare in modo incisivo e immediato con tutti i mezzi a disposizione, perché un soggetto in tali condizioni non può, ne dev’essere lasciato solo nella propria disperazione e solitudine». A rendere tale prima disamina circa il profilo psicologico del 56enne ex infermiere di Romanore ora sotto accusa dopo il rinvenimento della madre mummificata in casa, è il criminologo Gianni Spoletti, figura autorevole in campo investigativo e forense, a Mantova già protagonista del caso relativo all’assassinio di Yana Malaiko, la giovane uccisa nel gennaio 2023 dall’ex fidanzato a Castiglione delle Stiviere.  «Sono pronto all’incarico peritale – rivela senza esitazione alla Voce lo specialista -. Questa mattina – ieri ndr) – mi sono sentito con il difensore dell’indagato, l’avvocato Francesco Ferrari, e al termine di un lungo confronto ci siamo ripromessi di aggiornarci non appena conclusa l’autopsia sul corpo della vittima. Il mio principale intento è infatti quello di fornire un appoggio a 360° al figlio dell’anziana ritrovata morta dopo tre anni dal suo decesso, a quanto appreso. Dopo essere finito nell’occhio del ciclone per tale, surreale, vicenda ormai divenuta inevitabilmente un caso mediatico, è infatti ripiombato in forma ancor più acuta di prima in uno stato di profonda precarietà emotiva. Sì, perché chi già da una ventina di anni aveva deciso di vivere nell’isolamento più totale, tagliando di colpo i rapporti con il mondo che lo circondava, e di fatto assurgendo alla condizione di invisibile, ora si deve trovare per forza nella prostrazione e disperazione più totale. Non può quindi essere abbandonato a se stesso, il supporto gli va garantito onde evitare la malaugurata ipotesi che possa di contro mettere in atto un gesto autodistruttivo. Per questo mi sono offerto, assieme al mio team, di entrare a far parte della “partita”, attualmente ancora in fase di prime indagini ma che poi sfocerà, in un modo o nell’altro a seconda delle risultanze investigative, in sede processuale. A tal fine – tiene a sottolineare Spoletti – cruciale sarà l’esito dell’autopsia al fine della determinazione di eventuali ulteriori contestazioni in capo all’indagato, oltre a quelle già a lui ascritte. Una morte dell’anziana per cause naturali o violente, sposterebbe, e di molto, l’ago della bilancia delle imputazioni finali». Esame autoptico in realtà già approntato in primissima istanza giovedì scorso nella sale mortuarie del Carlo Poma ma non concluso dal professor Dario Raniero della medicina legale di Verona a fronte dell’estrema fragilità del cadavere dato dal suo stato di mummificazione. «In questo precipuo caso – prosegue il criminologo – bisognerà rapportarsi nella stessa identica maniera delle mummie egizie, procedendo a step e previa esecuzione di una Tac onde evitare di comprometterne l’integrità. In tale circostanza sarà inoltre indispensabile pure il contributo di un antropologo forense, per altro presente anche nel mio gruppo di lavoro nell’eventualità, come auspico, del conferimento dell’incarico e quindi, dell’incombete di un’ulteriore perizia di parte. Sono fermamente convinto che il 56enne, oggi più che mai atterrito dal clamore nazionale che la vicenda ha destato dopo il vostro servizio, non abbia mai elaborato il proprio lutto, sia quello per la prematura scomparsa del padre medico, morto molti anni fa e forse causa del suo repentino isolamento, ne quindi poi quello afferito alla scomparsa della madre, mia considerazione, da lui per questo accudita e tenuta protetta in casa anche se non più in vita. Fragilità psicologiche nonché psichiatriche le sue mostratesi poi appieno anche nel modo, decisamente maldestro e improvvisato, escogitato per risolvere la questione della carta d’identità della madre scaduta e continuare così a percepire la cospicua pensione della donna vista anche la sua cronica condizione di inattività lavorativa, che un tempo invece, da infermiere, lo aveva visto pure presente in sala operatoria durante gli interventi chirurgici. Da qui le tecniche per la conservazione del cadavere, svuotato dai liquidi corporei e l’utilizzo di formaldeide e anti putrefattivi. In mera sintesi dunque, i tre punti salienti della mia consulenza tecnica verteranno in primis su un’attenta analisi della scena del crimine, un’indagine a tutto campo sul pregresso sia dell’indagato che della vittima e infine supporto psicologico e psichiatrico».