MANTOVA – La siccità preoccupa le campagne lombarde, dove in diverse zone sono già partite le irrigazioni di soccorso per alcune coltivazioni a rischio: a lanciare l’allarme è Coldiretti Lombardia in base a un monitoraggio sul territorio. Fiume Po basso e spiagge a vista anche nel Mantovano.
L’assenza di precipitazioni sta costringendo gli agricoltori a ricorrere alle irrigazioni per meloni, angurie, ma anche per i pomodori già durante la fase di trapianto. Preoccupazione anche per il mais, che sta già richiedendo un apporto d’acqua straordinario, così come i prati stabili, l’orzo e il frumento tenero e duro. Medicai in sofferenza anche nel Basso mantovano e crepe nel terreno come si vedono a luglio nei terreni più argillosi.
«È evidente che i cambiamenti climatici in atto si stanno verificando con sempre maggiore intensità e con oscillazioni imprevedibili dall’eccessiva piovosità, come abbiamo registrato lo scorso novembre, alle gelate di fine marzo e inizi aprile, fino al periodo di siccità prolungata con temperature più alte della media da gennaio a oggi – dichiara il presidente di Coldiretti Mantova Paolo Carra -. Questo impone una forte attenzione alla gestione delle risorse idriche, che prevedono interventi su reticoli idrici dei consorzi di bonifica, in modo da garantire sia la sicurezza idraulica del territorio che la presenza di acqua quando necessario». Clima e meteo impazziti, che si ripercuotono anche sulla disponibilità dei prodotti stessi sulle tavole dei consumatori. «La siccità – conclude Coldiretti – è diventata l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura con i fenomeni estremi che hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14miliardi di euro nel corso di un decennio».
Dati, quelli presentati dalla Coldiretti, che preoccupano anche in base al livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca a Pavia, sceso a -2,7 metri (come a metà agosto), e dalla numeri che arrivano dai grandi laghi dove si registrano percentuali di riempimento che vanno dal 24% di quello di Como al 27% dell’Iseo fino al 54% del Maggiore.