HINTERLAND – Altro che provocazione. Sorgà starebbe seriamente pensando di “passare” sotto la Lombardia. A riaffermarlo pubblicamente sono stati i tanti cittadini che hanno aderito al Comitato “No Car Fluff”, presenti ieri mattina al flash mob di protesta andato in scena in piazza Generale Murari Brà. E le parole del sindaco di Sorgà, Christian Nuvolari, lasciano intendere che i venti di scissione soffiano forte oltreconfine: «Siamo profondamente delusi dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Verona, che nonostante la serie di osservazioni che abbiamo presentato insieme ad altri tredici comuni – sia veronesi che mantovani – non ha sentito ragione, dimostrando un atteggiamento di parte con l’azienda che intende realizzare la discarica sul nostro territorio (la Rmi di Castelnuovo, ndr), privandoci di un contradditorio e della possibilità di eseguire insieme ulteriori verifiche sulla falda. A fronte di tutto ciò, valuteremo la proposta di referendum pervenuta dal Comitato, discutendola in una delle prossime sedute comunali».
E in effetti tante sono le domande che i cittadini, comprensibilmente sfiduciati, si stanno ponendo. Due su tutte: perché la Regione Veneto si è dotata di una legge che blocca il consumo di suolo anche nella stessa Sorgà e poi decide di concedere 60 ettari di terreno fertile per realizzare uno dei più grandi impianti italiani per la lavorazione degli scarti di automobili? Perché nella realizzazione di nuove discariche non si bonificano e non si utilizzano aree già fortemente compromesse e/o degradate? Se lo chiede anche l’assessore all’ambiente Greta Rasoli: «Fa male vedere che il grido di aiuto di un intero territorio non è stato ascoltato ed è invece stato favorito un procedimento privato che come si evince dalle carte in nostro possesso ha disatteso diverse normative nazionali e regionale».
È guerra aperta, dunque, nei confronti della Commissione Via regionale che aveva dato il via libera al mega insediamento (confermato successivamente in conferenza dei servizi lo scorso 31 agosto) in grado di accogliere la parte più leggera di quello che rimane dalla frantumazione delle auto (guarnizioni, gomme e plastica) di tutto il Nord Italia.
Preoccupati anche gli agricoltori che non si capacitano di come possa venire autorizzato un tale sito di stoccaggio in un territorio a vocazione agricola dove si coltiva il pregiato riso Vialone Nano. Le speranze di poter invertire quello che molti definiscono uno scempio ambientale sono riposte nei giudici del Tar. Resta in ogni caso lo “strappo” di un Comune, Sorgà, che dagli enti superiori si sente trattato come «la pattumiera del Veneto». E che per questo è pronto a prendere il domicilio in Lombardia.
Matteo Vincenzi