Porto Mantovano Dopo l’esperienza veronese alla Venera, in Seconda Categoria, Giuliano D’Ambrosio ha deciso di tornare a Mantova per sposare il progetto Porto. E provare a vivere in biancazzurro, a quasi 36 anni, una seconda giovinezza. Due partite e altrettanti gol: il biglietto da visita non è male. «Dopo il Covid – racconta – abbiamo avuto un lutto in famiglia. Con un bambino piccolo, io e mia moglie abbiamo dovuto fare delle scelte e da qui è nata la mia decisione di lasciare la squadra veronese per approdare al Porto. Nonostante la strada da fare fosse poca, ho deciso di cambiare aria e di stare un po’ più vicino a casa. Nella mia scelta c’è anche tanta voglia di rimettermi in gioco».
«A contattarmi per primo è stato Marco Guidi – spiega ancora Giuliano – avevamo giocato insieme quattro anni a Goito nello Sporting e posso dire sia stato lui il tramite col Porto. Ho notato subito grande fiducia nei miei conforti e spero davvero di poterla ripagare». L’istinto del gol, abbiamo visto, non è andato perduto. «Direi di no – afferma con un sorriso -. Contro il Nogara è stata una classica amichevole di agosto. Le gambe sono pesanti per il carico di lavoro, ma stiamo lavorando bene per farci trovare pronti alle partite che contano. Manca un po’ di brillantezza, ma è tutto normale in questo periodo».
Che ruolo hai nello spogliatoio? «E’ presto per dirlo. Sono arrivato qui perché la società ha dimostrato di volermi ed io ho voluto loro. Ho capito che qui al Porto c’è un ambiente sano e con basi solide, come ad esempio il settore giovanile, uno tra i più importanti della provincia». «Fisserò gli obiettivi strada facendo – conclude D’Ambrosio – e darò il massimo per raggiungerli. Personalmente spero di stare bene sempre e di giocare più partite possibili; e se un giocatore sta bene fisicamente, è più libero anche di testa. Io non mollo mai e, nonostante i 36 anni suonati, ho la fame di un diciottenne. La squadra la vedo sul pezzo, ma è ancora presto per dire dove siamo rispetto agli altri. Per quanto riguarda gli obiettivi collettivi, non posso sbilanciarmi perché il nostro è un gruppo umile che preferisce fare p