Calcio dilettanti – Crl al voto: le proposte di Sergio Pedrazzini

Sergio Pedrazzini
Sergio Pedrazzini

MILANO Un anno e mezzo dopo le elezioni vinte contro Alberto Pasquali, Sergio Pedrazzini, 58 anni, lodigiano, si ricandida a presidente del Crl. Con lui la candidata consigliere Paola Rasori e il delegato assembleare Massimo Tozzo.
«Dopo un quadriennio in cui tutti noi abbiamo vissuto enormi difficoltà e svolte epocali, come la Riforma dello Sport, gli effetti della pandemia e la scomparsa del nostro Presidente Carlo Tavecchio, la Lombardia è comunque riuscita a tornare locomotiva del calcio dilettantistico nazionale – afferma -. Lo ha fatto ottenendo un peso politico maggiore di circa il 40% grazie all’aumento dei Delegati Assembleari, attraverso un lavoro che è andato in varie direzioni (politico, sportivo, sociale, economico) e che deve essere portato avanti».
Perché una società mantovana dovrebbe preferire Pedrazzini a Battistini?
«Non farei un discorso solo tra Presidenti, preferisco parlare di squadra. Paola Rasori, Consigliere di riferimento per Mantova, ha fatto tanto per avvicinare la provincia alla città e lo ha fatto attraverso una presenza assidua e costante. Ma non solo questo, sono state introdotte novità importanti come la Coppa Provincia e la FA Cup mantovana. Quella virgiliana è una Delegazione virtuosa e che ha saputo rinnovarsi e ringiovanire per proiettarsi nel futuro. Noi ci siamo stati e abbiamo servito le società».
Quali sono, secondo Lei, le tre priorità più urgenti del calcio dilettantistico lombardo?
«Le priorità sono tante, in primis però serve continuare a sostenere la necessità di emendamenti alla Riforma dello Sport. Abbiamo già ottenuto l’innalzamento dei rimborsi forfettari ai volontari, ma c’è tanto altro da fare. Dovremo poi continuare il lavoro che ci ha permesso di ridurre il livello di abbandono al calcio giovanile. Con i campionati Under 18 e Under 21 ideati in Lombardia oggi abbiamo 150 squadre in più. Serve poi proseguire il lavoro sul riconoscimento della nostra identità sociale che non ci viene riscontrata come dovrebbe dalle istituzioni né dal punto di vista economico né da quello delle strutture spesso obsolete e non funzionali».
Che calcio sarà tra quattro anni, al termine del mandato?
«Il calcio dilettantistico, dopo la Riforma dello Sport sta cambiando e lo sta facendo in modo molto rapido. Ci aspetta un quadriennio di cambiamenti e dobbiamo far sì che anche le società siano pronte. Il nostro progetto sul Valore Sociale, applaudito dalla LND e preso a modello dalla UEFA, va proprio in questa direzione».
Quale sarà il suo primo atto da presidente, qualora vincesse?
«Dopo l’Assemblea Ordinaria Elettiva saremo immersi già nel weekend sportivo. Per cui il primo atto sarà quello della responsabilità, di continuare il lavoro che abbiamo iniziato e per cui le società ci hanno dato mandato. Questo è un gruppo di lavoro che ha dimostrato con i fatti e la concretezza la sua qualità, per cui con queste ci rimetteremo a lavorare dal giorno 1».
Un ultimo appello agli elettori.
«Abbiamo fatto quello che un Comitato Regionale è chiamato a fare: essere di supporto alle società. Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto: aumentare il peso politico della Lombardia. Nonostante tutto abbiamo mantenuto il livello delle associate e aumentato i tesserati. Abbiamo ancora tanti obiettivi da raggiungere e possiamo farlo attraverso un’organizzazione qualificata e competente di un Consiglio Direttivo eterogeneo per estrazione professionale che permette di lavorare su tutti gli argomenti da trattare».