Governolo Dopo quasi tre lustri, la Governolese torna in Prima Categoria. Era la stagione 2009/2010, infatti, quando i rossoblù vinsero il torneo, passando qualcosa come 13 stagioni tra Promozione ed Eccellenza: in mezzo anche una Coppa Italia di Promozione in bacheca. Ma questi sono i giorni del dolore, dello shock di una comunità che vive visceralmente il calcio. Una stagione partita malissimo, che è il seguito (da incubo) della parabola discendente intrapresa lo scorso anno, (retrocessione dall’Eccellenza con largo anticipo). Quest’anno, dicevamo, un inizio molto negativo, ma un girone di ritorno tutto sommato positivo, anche grazie ai correttivi sul mercato. A far saltare il banco, pur in un percorso accidentato, la sconfitta maturata in modo un po’ rocambolesco a Suzzara e il pari incassato a Marmirolo (al 93’) nel penultimo turno.
«Un’annata in cui abbiamo sbagliato quasi tutto – dice il presidente Fabio Bronzatti – a partire dalle scelte iniziali nella guida tecnica. Abbiamo sfiorato un vero e proprio miracolo, ma siamo inciampati sul traguardo, pur avendo disputato un girone di ritorno con poche sconfitte. Siamo mancati negli episodi decisivi, ma numeri alla mano paghiamo la partenza negativa».
«Adesso però ripartiremo dalla Prima Categoria per vincere – promette -: ci riuniremo in questi giorni (ieri sera primo consiglio per pianificare la stagione in categoria inferiore ndr) perché vogliamo risalire il prima possibile: dobbiamo riportare la squadra dov’era e dove merita di stare».
Verso la conferma alla presidenza proprio dello stesso Bronzatti e Paolo Zamboni come vicepresidente, mentre l’area tecnica resterà affidata a Marco Dalmaschio: sul fronte mercato, il diesse si avvarrà di due figure di supporto come Giuseppe Franchini, ma soprattutto di Marco Caleffi, già uomo mercato dei rossoblù in passato e che rientra con un incarico operativo in società dopo tanti anni. La sua esperienza e il suo attaccamento ai colori rossoblù saranno preziosissimi. Per quanto riguarda l’allenatore tante idee: l’avventura di Alessandro Mutti sembra giunta al capolinea.