VERONA L’emergenza sanitaria ha fermato l’attività delle società dilettantistiche e i più penalizzati sono i giovani, che non possono praticare lo sport preferito. Lorenzo Bedin, ex calciatore professionista, allenatore con patentino “Uefa A” e attuale coordinatore tecnico del settore giovanile del Chievo, alla crescita dei giovani ha consacrato la sua seconda carriera. Iniziata nel Porto. «E’ stata una bellissima esperienza – ricorda – ho lavorato con persone fantastiche, che hanno creduto in me e mi hanno dato fiducia». «Successivamente – continua Bedin – sono stato per due anni il responsabile del Centro Federale territoriale di Montichiari, poi coordinatore per il Nord Italia. E’ stata un’esperienza importante per la mia crescita e formazione».
L’estate scorsa è arrivata la chiamata del Chievo, che l’ha arruolato nei quadri tecnici del settore giovanile. «Sono responsabile tecnico e responsabile delle società affiliate – precisa Bedin – collaboro con Andrea Catellani, responsabile delle squadre nazionali. Questa società crede tanto nei giovani, basti dire che sono almeno dieci i ragazzi lanciati di recente in prima squadra. Il presidente Campedelli gestisce il club con tanta passione e impegno, anche le strutture sono eccellenti. Il vecchio stadio è stato ristrutturato, oggi abbiamo il Bottagisio Center».
Il ruolo di responsabile delle società affiliate porta Bedin a collaborare inevitabilmente anche con i club virgiliani. «L’incarico dà grandi soddisfazioni – assicura – e mi porta spesso a Mantova. Sono almeno sette-otto le società virgiliane affiliate al Chievo: mi vengono in mente Sporting Club, Pegognaga, Segnate, Polirone San Benedetto Po. La provincia mantovana è territorio fertile per la scoperta di talenti e ci sono altre società che credono nel lavoro e nella valorizzazione dei giovani, ad esempio San Lazzaro, Castellana, Curtatone e il “mio” Porto».
Quale consiglio dare ai dirigenti in questi tempi difficili? «Alle società che hanno il settore giovanile – risponde Bedin – dico di investire molto sugli allenatori del vivaio. E’ fondamentale affidare i ragazzi a tecnici preparati e formati, per poter lavorare al meglio e far crescere i bambini: saranno loro a garantire il futuro delle società stesse. Il momento attuale non è certo dei migliori, ma se c’è la possibilità, seguendo regole e protocolli, date la possibilità ai bambini di allenarsi, altrimenti c’è il rischio di perderli e un domani sarà molto difficile allestire le squadre del vivaio».