MANTOVA Domani il Mantova affronterà il Sassuolo a Reggio Emilia alle 17.15. Per mister Davide Possanzini sarà un salto nel passato: tre le stagioni vissute sulla sponda neroverde come vice di De Zerbi. «Abbiamo un’unica possibilità – spiega il tecnico – . Dovremo giocare come sempre fatto da inizio anno. Affrontiamo la squadra più forte del campionato e questa per noi è una grossa motivazione. Capiremo a che punto siamo e dove potremo arrivare in campionato. Come sto? Me la vivo bene e con tranquillità. Ho vissuto tre anni a Reggio, in una società seria e atipica, che lavora con lungimiranza. Il Sassuolo è cresciuto esponenzialmente; mi farà piacere rivedere tante persone che mi porto nel cuore e che sono cresciute insieme a me». Dopo la buona prestazione (nonostante la sconfitta) con la Sampdoria e il pareggio a reti bianche con il Palermo, l’Acm ha raggiunto una nuova consapevolezza: «Spero che aumenti strada facendo, soprattutto anche grazie alle prestazioni. Sappiamo che è difficile perché il risultato dice altro, ma non sempre la prestazione è figlia di ciò che si vede sul rettangolo di gioco. L’altra faccia della medaglia però ci ha confermato che possiamo contare su tutti i ragazzi e questa è un’arma che dobbiamo custodire. Questa cosa mi riempie di orgoglio perché tutti i calciatori hanno dimostrato di far parte alla grande del mondo Mantova, consapevoli delle responsabilità che hanno». Gli emiliani sono secondi e reduci da sette risultati utili di fila: «Fabio Grosso mi vorrà male – dice ridendo Possanzini – , ma li reputo la squadra più forte della B. Potrebbero giocare con tante formazioni che occupano la parte bassa della classifica di Serie A. Non voglio togliermi responsabilità e darle a Grosso, ma è un dato di fatto. Ovvio che poi le partite possono andare in qualsiasi modo, ma sulla carta godono del favore del pronostico. Li rispettiamo, così come la loro storia». «Porto con me tanti ricordi – conclude l’allenatore – . Per la mia prima volta da tecnico, anche se ero un vice, mi sono confrontato con giocatori forti e umili. Non lo dimenticherò mai. La gente pensa che i giocatori siano superficiali, ma vi assicuro che non è così. Più sali di categoria e più persone umili ci sono. Un esempio è Caputo, arrivato a Sassuolo dall’Empoli, e diventato capocannoniere della squadra. Questo exploit lo ha messo in luce e nell’estate del 2020, Mancini lo ha convocato in Nazionale. Rivederti nei giocatori e nei suoi miglioramenti, è la cosa più appagante per chi fa l’allenatore».