MANTOVA Tre punti nelle prime 6 giornate. Un bottino misero, quello raccolto dal Mantova in questo travagliato inizio di stagione. La sconfitta col Monza all’esordio era da mettere in preventivo. Il successo col Pescara alla seconda poteva dare la spinta ai biancorossi, ma poi sono arrivati i quattro ko di fila con Entella, Modena, Frosinone e Juve Stabia che hanno messo Davide Possanzini a serio rischio esonero. Il tecnico della promozione in B è davvero appeso a un filo: un altro risultato negativo domani ad Avellino e la sua avventura a Mantova giungerebbe al capolinea.
Una partenza così negativa è capitata poche volte nella storia del Mantova. O meglio: ci sono state partenze ancor più traumatiche, tipo tre sconfitte nelle prime tre giornate; cambi di allenatore dopo appena due turni; altri avvii a dir poco tormentati per questioni societarie. Ma soltanto in quattro occasioni il Mantova si è trovato con un bottino così magro alla sesta giornata. Sveliamo subito il finale: soltanto in una di queste quattro occasioni l’Acm è riuscita a raddrizzare la stagione. E senza nemmeno cambiare allenatore.
Dunque, la retrospettiva non può che partire da qui. Se non altro come augurio per Possanzini. Stagione 2014-15, Serie C. Sulla panchina biancorossa siede Ivan Juric, ingaggiato in pieno marasma societario. La precedente gestione Lodi lascia in eredità un punto di penalizzazione, che diventeranno poi 3 nel corso del campionato per i mancati pagamenti degli stipendi. Il Mantova perde subito ad Alessandria (1-0), Juric viene addirittura esonerato dal presidente più improbabile salito sullo scranno di viale Te, tale Esposito, prima che l’intervento di Bompieri e degli altri “garanti” mantovani rimettano il croato al suo posto. La scelta non paga nell’immediato: il Mantova perde in casa con Cremonese, Venezia e Arezzo, racimolando solo due punti in trasferta con Lumezzane e Renate. Ma la squadra pian piano cresce, Juric compie un ottimo lavoro e, dopo un brillante 2-2 con la Pro Patria alla settima giornata, decolla all’ottava con un perentorio 3-0 rifilato al Pavia. I biancorossi chiudono al 12esimo posto, salvandosi: un mezzo miracolo.
Non altrettanto bene è andata nelle altre tre occasioni. Nel 1964-65, in Serie A, l’avvio è da incubo: quattro sconfitte nelle prime quattro giornate (con Torino, Milan, Foggia e Juventus), il 2-2 casalingo col Cagliari non salva la panchina di Montez. Gli subentra il vice Bonanno, ma gli va peggio perchè perde con Sampdoria e Vicenza: esonerato pure lui. La stagione, avviatasi malissimo, si chiude col Mantova ultimo e retrocesso. Avvio da dimenticare anche nel 1972-73, in B: pari con Novara, Monza e Taranto; sconfitte con Como, Reggina e Bari. L’Acm perde anche alla settima (ad Ascoli) e Uzzecchini viene esonerato. Gli subentrano prima Negri e poi Foni, ma l’epilogo è amaro: retrocessione in C, dopo un decennio tra A e B. Infine, nel 2009-10, il canto del cigno dell’era Lori: con Serena in panchina, il Mantova assomma solo tre punti nelle prime 6 giornate (pareggi con Triestina, Reggina e Sassuolo). Il mister mantiene la panchina fino alla fine, ma il Mantova sprofonda anche per colpa dello scandalo scommesse e fallisce a fine stagione.
Vedremo cosa succederà sabato ad Avellino. Il precedente di Juric lascia un briciolo di ottimismo, sebbene si tratti di situazioni molto diverse. Soprattutto per il rapporto con la piazza: allora, nonostante la perenne crisi societaria, i (pochi) tifosi che seguivano il Mantova intravedevano che qualcosa di buono stava nascendo nella squadra; stavolta, invece, il popolo biancorosso appare non più in sintonia con Possanzini e ne chiede a gran voce l’esonero. La storia del Mantova è piena di ribaltoni e clamorose giravolte, in positivo e in negativo. Ancora oggi tutto è possibile: a Possanzini (e ai suoi giocatori) la possibilità di svoltare il destino.








































