MANTOVA Non è un bel momento per il Mantova, e non è un bel momento per uno dei suoi giocatori più esperti e tecnicamente dotati: Davis Mensah. L’attaccante, di origini ghanesi ma nato a Bussolengo, autore di 3 gol nelle prime 10 partite, è rimasto a secco per 5 mesi. Si è sbloccato a Piacenza con un gol peraltro inutile ai fini del risultato. Ma, al di là dei numeri nudi e crudi, Mensah non sta convincendo in termini di prestazioni. Da lui, a maggior ragione in questa fase della stagione, ci si attende di più. Davis ne è perfettamente consapevole e, con estrema sincerità intellettuale, non si tira indietro: «Sono il primo che si deve dare una svegliata», ammette senza giri di parole.
«Pensavamo di aver tirato fuori la testa – spiega – . E invece sono arrivate queste tre sconfitte consecutive. È una situazione critica. Però a Salò si è quantomeno intravisto il vero Mantova, più compatto e più grintoso. È da lì che dobbiamo ripartire. Sono sicuro che ce la faremo a salvarci». Mensah non risparmia autocritiche, per sè e per la squadra: «È tutto l’anno che proviamo invano a vincere due partite consecutive. Si vede che siamo una squadra debole, intendo a livello caratteriale. Però siamo anche un gruppo forte, e allora dico che non possiamo nè dobbiamo mollare. Questa piazza merita di restare nel calcio professionistico e noi dobbiamo fare di tutto per garantirglielo».
Mensah non sa darsi una spiegazione della sua involuzione: «Ero partito forte. Poi è normale che, nell’arco di un anno, subentri una fase meno brillante. Diciamo che questa fase si è prolungata troppo. Sono il primo a rammaricarmi per non essere riuscito a dare qualcosa in più. Talmente rammaricato che… mi prenderei a martellate. Mi dispiace soprattutto perchè il Mantova mi ha dato la possibilità di tornare protagonista, dopo una stagione difficile a Pordenone». Mensah si è comunque sbloccato a Piacenza: «Quel gol mi ha restituito un pizzico di fiducia – racconta – . Purtroppo non è servito a conquistare punti, però lo cercavo a livello personale. Va comunque detto che non sono mai stato un bomber, quindi il mio vero obiettivo, più che segnare, è fare buone prestazioni, magari con degli assist decisivi. Spero di riuscirci nelle ultime 5 partite. Io ci proverò».
Domenica arriva la baby Juve. Match che secondo Mensah è bene non caricare troppo: «Nelle gare clou siamo sempre mancati – spiega – . Non dobbiamo pensare di dover vincere a tutti i costi, altrimenti ci facciamo prendere dalla pressione e questa può giocarci brutti scherzi. Dobbiamo ripartire dalla prima mezz’ora di Salò». Mandorlini predica calma: «Alla ripresa degli allenamenti – rivela Mensah – il mister ci ha detto che non siamo morti e che la strada è lunga. Non bisogna mollare. Ce l’hanno ricordato anche i tifosi che sono venuti a seguire l’allenamento. Hanno ragione: bisogna crederci e io ci credo. Sono già retrocesso l’anno scorso col Pordenone. Non voglio pensare a un bis».