MANTOVA La scelta di Corrent, le prime impressioni sul mister, gli obiettivi della nuova stagione, l’allestimento della squadra. Di questo ed altro parliamo col direttore sportivo del Mantova Alessandro Battisti. Partendo proprio dall’ultima intervista da lui concessa, circa un mese fa. Disse che per la panchina Maurizio Lauro sarebbe stato la prima scelta.
Poi cos’è successo, direttore?
«Intanto vorrei precisare che la mia stima per Lauro non è cambiata. Continuo a pensare che abbia ottenuto risultati importanti tra mille difficoltà».
Quindi?
«Avete presente quando un allenatore deve scegliere tra due giocatori? Lo fa in base a tanti parametri: l’avversario, il tipo di partita, l’obiettivo. Così è successo a me: col tempo ho maturato convinzioni sempre più chiare e forti che mi hanno portato a scegliere Corrent come allenatore del Mantova».
Cosa l’ha colpita di Corrent?
«L’impatto a livello personale. Mi piacciono le sue idee, la sua cultura del lavoro. È scrupoloso, disponibile a dedicare 24 ore al giorno al Mantova. E poi vuole vivere la città. Ha deciso di prendere casa a Mantova, nonostante abiti ad appena mezz’ora di macchina da qui».
E a livello calcistico, cosa le piace del nuovo mister?
«Ho visto parecchie partite del suo Verona Primavera. Ho apprezzato il suo calcio aggressivo e propositivo. Ha saputo dare un’identità ben definita alla squadra».
Qualche tifoso ha storto il naso all’arrivo di Corrent: lei cosa ne pensa?
«Conosco molto bene il “mondo” dei tifosi perchè ne ho fatto parte. E ne ho grande rispetto. Ho sempre pensato che il tifo sia come il vento: può soffiare a favore o contro. Mi auguro che l’operato di Corrent lo faccia presto soffiare a favore. Lo stesso mister ne è convinto. Ci tengo comunque a dire una cosa».
Prego…
«Mi piacciono quelli che, come Corrent, hanno il coraggio di manifestare i propri sentimenti e le proprie passioni, anche se sono impopolari. Li preferisco di gran lunga a chi si lascia andare a grandi dichiarazioni d’amore in pubblico, salvo poi rinnegare tutto in privato. E vi assicuro che, di questi ultimi, nella mia carriera ne ho incrociati tanti».
Lasciamo per un attimo Corrent. Ha letto l’intervista di Galderisi a tuttoC?
«Sì, sono rimasto sorpreso e l’ho chiamato per dirglielo. Sostiene che il suo esonero è dovuto “ad altre cose”. Fa allusioni sbagliate. Io sono una persona chiara e diretta: le motivazioni del suo esonero gliele ho comunicate a suo tempo e lui le ha condivise. Non esistono dietrologie».
Torniamo al futuro. La dirigenza vuole alzare l’asticella…
«E io ne sono felice. Dobbiamo far meglio dell’anno scorso, a livello di punti e prestazioni. Dobbiamo far tornare la gente allo stadio. Dobbiamo essere all’altezza di questa piazza e di questa maglia. Ma…».
C’è un “ma”?
«Per ottenere tutto questo, come dice mister Corrent, non basta fare una squadra forte. Bisogna farla “diventare” speciale».
Monachello ne farà parte?
«Ci siamo visti, abbiamo parlato e ci riaggiorneremo nei prossimi giorni. I presupposti ci sono».
E Marone?
«Per lui il discorso è diverso. Dipende se decidiamo di utilizzare il portiere under o no (Marone, classe ’99, dal prossimo anno non sarà più una quota, ndr). Stiamo facendo delle valutazioni, vedremo».
Quindi anche il prossimo anno farete il cosiddetto minutaggio?
«Sì, anche se trovo inconcepibile che il ’99 sia considerato un “vecchio” e il 2000 un “giovane”. Ciò detto, faremo minutaggio per due motivi: uno, rappresenta una fonte di reddito per la società; due, promuovere i giovani fa comunque parte della nostra mentalità».
Entro quando completerete l’organico? Vi siete dati un termine?
«Ci piacerebbe prima del ritiro a Storo, però non è detto».
Un’ultima curiosità: pensate di organizzare amichevoli di lusso quest’estate?
«Mah, mi ha contattato la Longobarda… Vediamo (ride, ndr)».