MANTOVA Se Galuppini era il grande ex di Mantova-Renate, l’uomo copertina di Vicenza-Mantova non può che essere lui: Stefano Giacomelli. Undici stagioni consecutive nel Lane, oltre 350 partite, quasi 60 gol, «un amore infinito per una piazza che mi ha dato tutto», per usare le sue parole. Questa, in estrema sintesi, la storia del numero 90 del Mantova in terra berica.
Stefano, prima o poi questa partita doveva arrivare…
«È la prima che sono andato a cercare quando è uscito il calendario. Finalmente ci siamo».
Perchè finalmente?
«Perchè voglio godermela tutta. Voglio che sia una festa. Questa è una partita che mi crea una girandola di emozioni, ma a 33 anni sono convinto di avere l’esperienza e la maturità giuste per gestirle».
E se fossi protagonista anche in campo?
«Lo spero vivamente. Anche perchè sto facendo di tutto per arrivarci in buone condizioni. Mi sento bene, da un paio di giorni mi alleno regolarmente col gruppo e sono pronto a dare il 200%. Anche dall’inizio, se il mister lo riterrà opportuno».
Togliamoci il pensiero: se segni esulti?
«Vivo per il gol e spero di segnare venerdì. Nel caso però, e mi auguro che i tifosi del Mantova comprendano, non esulterò. Per rispetto di una piazza che per 11 anni è stata la mia casa, nella quale sono entrato ragazzino e sono uscito uomo».
Hai sentito qualcuno dei tuoi ex compagni in settimana?
«No. È giusto che ognuno la prepari nella massima tranquillità, senza interferenze».
Sul piano tecnico, che Vicenza ti aspetti?
«Una squadra con la bava alla bocca, a maggior ragione dopo il 2-2 subìto al 97’ a Novara. Tireranno fuori gli artigli e ci verranno a prendere, ma noi dovremo essere bravi a rispondere con le nostre armi».
Per loro sarà l’ultima spiaggia? Dodici punti dalla prima non sono uno scherzo…
«È vero, sono tanti. Ma non siamo nemmeno a metà campionato: è ancora lunga».
Giriamo la domanda: vincendo li eliminereste dalla corsa promozione?
«Beh andrebbero a -15… Però no, non credo. Ripeto: il campionato è lungo».
Quanto influirà il fattore ambientale?
«Mi aspetto uno stadio stracolmo di gente e caldissimo. Ma io sono felice che verranno in tanti da Mantova. I nostri tifosi se lo meritano, dopo le amarezze dell’anno scorso. Per loro sarà una gioia esserci e sostenerci, come hanno fatto finora. Se stiamo andando così bene, è anche per merito loro».
E di chi altri?
«Del mix che si è creato: società, squadra, allenatore, staff, tifosi appunto. Io nella mia carriera qualcosa ho vinto e tante ne ho viste. Ma devo ammettere che qui a Mantova mi sorprendo ogni giorno».
In che senso?
«Possanzini mi sta facendo scoprire cose nuove, concetti e idee su cui non avevo mai lavorato. È un arricchimento continuo, che si costruisce di allenamento in allenamento e che a 33 anni non mi aspettavo. Io a Mantova sono rinato».
A cosa può portare tutto questo?
«Non lo so. Il nostro obiettivo non è vincere tutte le partite, ma crescere di settimana in settimana. Qualcuno dice che non riusciremo a reggere a questi ritmi, che molleremo… Va bene, non ci disturba».
Certo che Vicenza sarà un bell’esame…
«Certo. E stiamo studiando per superarlo. Senza paura, con grande consapevolezza e soprattutto tanta, tanta umiltà».