Mantova L’ex allenatore del Mantova Lucio Brando non si aspettava l’esonero. Aveva intuito che l’aria attorno a lui s’era fatta pesante ma, complici i risultati, era convinto di disporre di un credito sufficiente. L’ex allenatore biancorosso, tuttavia, preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito. Si limita a una serie di ringraziamenti e ad una considerazione. «Ringrazio le persone che mi sono state vicine, almeno quelle che si sono dimostrate vere, e che mi hanno regalato emozioni. Ho ricevuto attestati di stima sia da parte dei tifosi che dagli addetti ai lavori. Mi ha fatto grande piacere. È stato un onore allenare a Mantova, un’esperienza breve ma che non dimenticherò». La considerazione, che funge da congedo, è invece la seguente: «Sono entrato nel Mantova in punta di piedi e in punta di piedi esco. Ma esco a testa alta, con la convinzione di aver dato il massimo».
Brando, in effetti, si è guadagnato un posto nella storia dell’Aciemme. È infatti il primo allenatore esonerato pur non avendo mai perso una partita (il Mantova, assieme alla Turris, è l’unica squadra imbattuta dalla A alla D). Una situazione simile l’aveva vissuta, sempre in D, Sauro Frutti nel 1996. Ma allora il tecnico biancorosso venne esonerato dopo una sconfitta (la prima del campionato, 3-1 a Reggiolo, dopo 5 vittorie e un pari) e si era solo alla sesta giornata. Brando ha rappresentato una scommessa per il club di viale Te che, per sostituire l’esperto Massimo Morgia, la scorsa estate ha deciso di puntare su questo emergente tecnico biellese, che si era messo in luce alla guida del Fiorenzuola. Ad accordo raggiunto si mise di mezzo la Reggiana, che gli offrì la panchina in C. Ma Brando aveva già dato la parola al Mantova. La sua esperienza in terra virgiliana è stata controversa. Saluta con uno score di 47 punti, frutto di 13 vittorie e 8 pareggi; 56 i gol fatti, 28 quelli subiti.