Mantova Quando il gol non è tutto. Chiedere a Luigi Scotto, che non buca la rete da tre mesi e mezzo (25 novembre a Seregno), dopo una prima parte di stagione strepitosa a livello realizzativo (9 gol in 12 partite). Non per questo, l’attaccante sardo del Mantova si è spento. Tutt’altro. Gli applausi con i quali i tifosi biancorossi sottolineano il suo impegno e le sue giocate lo testimoniano.
Certo, però, che tornare a segnare non sarebbe male. Vero, Gigi?
«A chi lo dici. Sono il primo a sostenere che i miei gol servono al Mantova. Non vedo l’ora di tornare a segnare, sono… avvelenato».
Da cosa dipende questo digiuno?
«Mah, qualche volta la sfortuna ci ha messo lo zampino. Però penso di essermi sempre espresso ad alti livelli, magari facendo qualche assist in più. Va anche detto che non sono un attaccante puro, mi muovo molto e quindi non sempre sono vicino alla porta».
Questa sosta ci voleva?
«È servita a tutti. Sia mentalmente che fisicamente avevamo speso tanto».
Come vedi le ultime 8 partite?
«Per noi non ci sono 8 partite, c’è “la” partita. Ed è quella che dobbiamo affrontare ogni domenica. È questo l’atteggiamento che adotteremo».
Insomma, è una questione mentale…
«È sempre stata la nostra forza. Se stiamo conducendo un campionato di così alto livello, è perchè questo spirito non ci è mai mancato».
Quale spirito?
«Quello di non sottovalutare nessuno. La gente ci apprezza anche per questo, per il senso di appartenenza che dimostriamo e perchè facciamo di tutto per onorare la piazza dove siamo».
Cosa si può migliorare in questo Mantova?
«Secondo me dobbiamo continuare a giocare come sappiamo, in modo propositivo. A me piace questa filosofia».
La Pro Sesto è l’avversario ideale per ripartire?
«Difficile stabilirlo. Dico solo che ha dei giocatori di tutto rispetto e che, come pure la Caronnese e il Rezzato, era tra le candidate a vincere il campionato. Ma noi cercheremo di fare la nostra gara».
Morgia ha chiamato tutti allo stadio, la società ha promosso prezzi popolari. Ti aspetti tanta gente al Martelli?
«Me lo auguro. Non ti nascondo che, quando mi giro verso la curva, l’emozione sale. E forse anche le motivazioni. Il calcio è un gioco di squadra, ma è fatto anche di gratificazioni personali. La spinta dei tifosi è una di queste, perchè significa che li stai facendo divertire».
Anche su questo aspetto si giocherà la battaglia col Como?
«Sì. Il Como, come noi, sta disputando un grande campionato. Ma noi abbiamo tutto per vincerlo, questo duello. E dobbiamo crederci».
Dovessi puntare su una delle due, su chi punteresti?
«Dico Mantova».
Chiudiamo con te: che bilancio puoi fare finora della tua esperienza mantovana?
«Positivo. Mantova è una città tranquilla, si sta bene. E noi siamo un gruppo molto affiatato. Lasciami fare i complimenti ai giocatori più esperti: alcuni di loro, come Aldrovandi, magari giocano di meno ma sono fondamentali nello spogliatoio, anche nei confronti dei più giovani. E comunque tutti, grazie al lavoro del mister, siamo riusciti a ritagliarci il nostro spazio. L’essere arrivati in semifinale di Coppa Italia è un altro risultato che parla da solo».
Sei stato convocato nella neonata Nazionale della Sardegna: contento?
«Molto. La partita è martedì: non so se ci andrò, perchè è una fase della stagione piuttosto delicata. La società sta valutando. Comunque è una soddisfazione grande e, se non sarà stavolta, conto un giorno di vestire quella maglia».