CASALMAGGIORE Molti sportivi di tutte le categorie hanno visto l’ultimo anno della propria carriera interrotto in modo brusco, a causa dell’emergenza Coronavirus, senza poter ricevere gli onori e il saluto del pubblico e dei compagni. Tra questi il capitano dell’E’più Viadana, Riccardo Chiesa, che già la passata stagione aveva deciso di smettere, salvo poi tornare sui suoi passi e giocare ancora, anche se a mezzo servizio. «Quando ho messo giù l’ultimo pallone dei play off – spiega l’opposto -, con la promozione in serie B della squadra mi sono detto: “ora basta”. Ho dato tanti anni alla causa, sono arrivato proprio “cotto”. Mia moglie aspettava un figlio e c’era bisogno della mia presenza: non potevo dare garanzie al club per un’altra annata. Poi ho visto che potevo gestirmi bene, fare un paio di allenamenti la settimana invece di quattro e nelle gare in casa c’ero sempre. Con me la squadra riusciva ad allenarsi bene, mentre senza di me il coach doveva adattare un altro al mio posto e c’era qualche difficoltà. Era un bel gruppo, mi trovavo bene, il tecnico Panciroli mi chiedeva di giocare e ci stavamo anche togliendo delle soddisfazioni. In casa, nel nuovo impianto di Mezzani, non abbiamo mai perso e potevamo anche puntare ai play off. Questi mesi però sono serviti più alla squadra che a me: partivo dalla panchina – giusto così, certo, non mi metto a pressare l’allenatore – ma uno come me abituato a essere un leader e il fulcro del gioco fatica a calarsi in questo ruolo. Pensare di fare un altro anno così? Non riesco proprio e dico basta alla pallavolo a questi livelli».
Sicuro di voler smettere?
«Se ci saranno le condizioni, magari potrò dare una mano alla squadra di Casalmaggiore che milita in D. Il tecnico è un mio amico e mi chiede sempre di andare. Sono tutti giovani del ‘99 e 2000 e la mia esperienza potrebbe essere utile. Vediamo, adesso la cosa più importante è la salute. Questo periodo di tempo mi è servito per stare di più con mia moglie e mio figlio».
Le tue sensazioni?
«Lascio Viadana, di cui sono stato capitano per 7/8 stagioni, a malincuore. Sedici anni in quella società, anche se non consecutivi, non si scordano. Ci siamo lasciati e ripresi almeno 3/4 volte tra B1, B2, C e B unica. Sono stato tra le altre anche a Correggio, San Martino, Asola e Cremona, poi quando mi sono stabilito a Casalmaggiore, a Viadana ho trovato la mia dimensione».
Il presidente Rossi ti vorrebbe come dirigente…
«Lo so bene, dato che si trova sempre con pochi collaboratori e una società nomade da 5/6 anni che non ha più sede a Viadana. Un dirigente o un ds però deve essere presente a tutte le gare e almeno una volta in palestra. La presenza è fondamentale. Posso dare una mano da casa a costruire l’organico della squadra, ma a tempo pieno non credo».
Spiace lasciare così…
«Avrei voluto chiudere con mio figlio che corre verso di me alla fine dell’ultima partita. Non ci sono riuscito. Andrò a vedere le sue di partite… Comunque, anche se non fosse arrivata la sospensione definitiva della Fipav, io a 39 anni non avrei mai ricominciato ad andare in palestra. Troppo rischioso poi tornare a casa da una famiglia. La salute prima di tutto e a questo punto non so come andrà nemmeno la prossima stagione. Già gli sponsor sono in difficoltà. Spero davvero che Rossi possa presentare ancora la squadra in B, con lo stesso organico e lo stesso staff. Sono sicuro che questo gruppo, già amalgamato, possa fare molto bene. Ci siamo fermati a pochi punti dal Gabbiano con il derby da giocare in casa nostra. Partiti per salvarci, potevamo puntare ai play off, chissà. Nel nuovo palazzetto di Mezzani avevamo persino un buon seguito. Una stagione “gustosa”: peccato si sia fermato tutto. Ora io mi faccio da parte, ma spero che i miei compagni possano ricominciare perché hanno un conto in sospeso. Auguro tutto il meglio a loro e alla società. Solo il tempo dirà se si potrà ripartire. Magari si potrebbe organizzare un campionato più corto, perché non credo proprio si possano iniziare gli allenamenti come sempre ad agosto e partire ad ottobre. C’è troppa incertezza. E se le cose non si risolveranno a breve, temo che tante società spariranno».
Ti mancherà la pallavolo?
«Tutti quelli con cui ho parlato mi hanno detto di no, il primo anno, perchè ti disintossichi. Dal secondo invece cominci a voler giocare con gli amici, vai a dare una mano a qualche squadra durante gli allenamenti, se manca un giocatore, o torni a vedere le partite il weekend. In futuro andrò a vedere giocare mio figlio. In questi due mesi sarei falso a dire che la pallavolo mi è mancata».
Sarà contenta tua moglie ora che avrai più tempo per la famiglia…
«Lei ha fatto la macumba. Nei primi mesi di crescita del bimbo non lo vedevo mai: andavo a lavorare presto mentre lui dormiva e tornavo mentre dormiva, poi prendevo il borsone per gli allenamenti e al sabato andavo a giocare. Almeno qualcuno adesso è contento». (cris)