Calcio Serie D – Il destino della stagione: è l’ora delle decisioni

MANTOVA Mentre il Paese è ancora alle prese con la conta delle vittime da Covid-19, il calcio vive giorni frenetici. Pensieri e parole in libertà, sul solito tema che da settimane riempie le pagine sportive: la ripresa della stagione. Il calcio è rimasta l’unica disciplina di squadra a non aver preso decisioni. Finora se l’è cavata prorogando di giorno in giorno e di decreto in decreto. Ma ora il tempo stringe e le società chiedono alla Federazione di pronunciarsi. Pasqua è passata e, come da accordi più o meno formali, questa settimana sono attese le prime risposte.
 Gli appuntamenti – Due in particolare: la riunione di oggi tra la Figc e il comitato tecnico-scientifico per le linee guida da tenere durante gli allenamenti; e quella di domani tra la stessa Figc e i rappresentanti di Leghe, giocatori e arbitri su quanto emerso nell’incontro col comitato. Queste due riunioni dovrebbero chiarire molti aspetti e far capire quale direzione prenderà il calcio italiano nelle prossime settimane.
 Le posizioni – L’orientamento dei vertici federali è quello di terminare la stagione, ripartendo a maggio o giugno. Più pessimisti sono i medici. Il Governo attende, però ieri il sottosegretario alla Salute ha caldeggiato un altro mese di stop, affermando che si tornerà alla normalità solo quando sarà disponibile il vaccino. Determinanti, come detto, saranno le indicazioni del comitato tecnico-scientifico, che ricalcheranno quelle date dai medici sportivi: maxi ritiri blindati, tamponi a tappeto e visite mediche a grappoli che, in pratica, concederanno a ciascun giocatore (ma non solo) una nuova idoneità.
 Due mondi – Le indicazioni di cui sopra riguardano però l’attività professionistica. Dunque Serie A, B e C, peraltro nemmeno attrezzate allo stesso modo per seguirle alla lettera. Pensare di applicare al dilettantismo le stesse regole, con la stessa legittima puntigliosità, sembra un’utopia. In Serie D (e a maggior ragione nelle categorie inferiori) non esistono strutture adeguate. E i presidenti di società hanno altre priorità che non la ripresa del campionato. Alcuni, come abbiamo visto nei giorni scorsi, non sanno nemmeno se la crisi economica consentirà loro di proseguire l’attività sportiva. Lo stesso Mantova, che pure è tra le società più solide e attrezzate della Serie D, faticherebbe a rispettare il protocollo medico dettato dal comitato tecnico-scientifico. Altro ostacolo: se si ripartisse a maggio o giugno, per concludere nei tempi canonici (entro il 30 giugno), sarebbero necessari veri e propri tour de force, giocando quasi sempre ogni tre giorni (e a porte chiuse): come pretendere una cosa simile in Serie D?
 Le prospettive – Alla luce di quanto esposto, le possibilità che la Serie D riparta a breve sono prossime allo zero. Il congelamento delle classifiche, magari con blocco delle retrocessioni, è la soluzione che provocherebbe meno malumori. Ma non escludiamo la “soluzione Galliani”: concludere i campionati in autunno e partire con la nuova stagione a gennaio/febbraio 2021, seguendo l’anno solare. Certo, bisognerebbe affrontare molte questioni, in primis i contratti dei giocatori (quelli della D scadono tutti il 30 giugno). Ma il tempo per farlo non manca.